L’8 febbraio 1888 nasceva uno dei più grandi poeti italiani, Giuseppe Ungaretti. Avete presente quel verso famoso, “M’illumino d’immenso”? Bene, forse pensate che fosse tutto lì: uno stralcio di poesia da incorniciare su una maglietta, da regalare a una nonna. Ma, sorpresa! Ungaretti non è solo questo. Ha 137 anni e ancora oggi la sua poesia non smette di sorprenderci. Non è solo l’uomo illuminato dall’immenso, è uno che mette in luce il dolore, il cuore straziato, e persino la guerra. Ma cos’è la poesia secondo lui? Spoiler: non è quello che pensate.

“La Poesia è poesia solo quando porta in sé un segreto”
No, non stiamo parlando di un rompicapo da risolvere o di un indovinello da svelare in una cena tra amici. Quando Giuseppe Ungaretti dice “la poesia è poesia solo quando porta in sé un segreto”, non intende dire che bisogna fare il misterioso come un vampiro in una serata gotica.
Il segreto a cui si riferisce è quello che alberga dentro di noi, nascosto tra le ossa e il cuore. E se lo vuoi sapere, non c’è nulla di criptico in questo segreto. È solo il dolore, la sofferenza, la bellezza… tutte quelle cose che ci fanno sentire.
La poesia che non ti fa dormire: Ungaretti e la guerra
Se pensate che Ungaretti fosse solo il poeta che scriveva “m’illumino d’immenso”, vi sbagliate. La sua poesia è anche quella che ti fa svegliare di notte con il cuore in gola, pensando alla guerra. Ma non è solo la guerra quella che racconta: è la guerra dentro, quella che nessun campo di battaglia può contenere.
La sua scrittura, potente e affilata come una spada, penetra là dove c’è più dolore. E sì, la guerra è una parte di tutto ciò, ma è anche il simbolo di una lotta interiore che riguarda ognuno di noi. Ungaretti non ha paura di mostrarlo, anzi, ce lo sbatte in faccia come uno specchio che riflette la nostra miseria.
La poesia che non si dimentica: il segreto che ci tocca nel profondo
Se c’è una cosa che Ungaretti ci insegna, è che la poesia non è un vestito elegante per le occasioni speciali. La poesia è quella cosa che tocca nel profondo, che risveglia emozioni dimenticate, che illumina angoli oscuri della nostra vita.
Ungaretti non scrive per fare il poeta con la “P” maiuscola, ma per cercare qualcosa che vive dentro di lui e dentro di noi. La sua poesia non è mai scontata, non è mai banale. È quella che ci fa tremare, che ci fa respirare, che ci fa sentire parte di qualcosa di più grande. Anche se in quel momento non sappiamo nemmeno come chiamarlo.
Come Ungaretti ha 137 anni e ancora non ci lascia mai
Ungaretti ha 137 anni, ma non è mica uno di quei poeti che se ne stanno lì, appoggiati su una sedia a dondolo, a mormorare frasi sagge. No. La sua poesia è ancora lì, più viva che mai, che ti scuote, che ti fa riflettere, che ti colpisce. Perché? Perché Ungaretti ha toccato le corde più profonde dell’essere umano e la sua voce risuona ancora, anche se le sue mani non scrivono più. Ogni volta che leggiamo le sue poesie, è come se lui fosse ancora tra noi. E per questo non lo dimenticheremo mai.