“Non è la specie più forte a sopravvivere, ma quella più adattabile.” Fb festeggia 21 anni e conferma la teoria di Darwin

Il 4 febbraio 2004, mentre ancora si cercava di capire come risolvere il problema del Y2K e si parlava di “blog” come di una strana lingua aliena, Mark Zuckerberg e i suoi compagni di università lanciano un social network chiamato The Facebook (sì, senza il “Meta” e senza il “gruppo di ottimi avvocati”). Con il passare degli anni, il sito che iniziò come un angolo esclusivo per universitari si è trasformato nella creatura che conosciamo oggi. Una creatura gigante che ha imparato a mutare pelle in continuazione, dimostrando la verità della famosa teoria di Darwin: “Non è la specie più forte a sopravvivere, ma quella più adattabile”. E Facebook, in qualche modo, lo ha fatto, reinventandosi continuamente pur con qualche “piccola” crisi di mezza età.

Facebook, Mark Zuckenberg
Foto: www.agendadigitale.eu

Un’invasione tranquilla: da Harvard a tutto il mondo

Inizialmente, The Facebook era il parco giochi esclusivo per gli studenti di Harvard: un sito web con qualche foto da condividere tra compagni di corso e magari una partita a Scrabble virtuale. Ma, come in ogni grande storia, Zuckerberg non si è fermato alla piccola dimensione accademica. L’invasione è cominciata piano piano, estendendosi ad altre università, finché, in meno di un anno, il mondo intero ha dovuto fare i conti con quella “cosa” chiamata Facebook. E da lì, il resto è storia… social.

Quando l’amicizia è più complicata di un algoritmo

Facebook non è solo uno spazio dove “mi piace” e “condivisioni” sono il pane quotidiano. È il luogo dove la nostra idea di amicizia è stata rielaborata, destrutturata e… ricostruita, spesso grazie a un algoritmo che capisce meglio i nostri gusti di quanto faccia il nostro migliore amico. O forse proprio per questo? È il social dove riscopriamo vecchie conoscenze (che nemmeno ricordavamo di avere) e dove, come per magia, i post più discutibili della storia riescono a diventare virali. Benvenuti nell’era dell’informazione come meme e foto di gattini.

Scossoni e scandaletti, ma niente panico

Facebook non è di certo stato immune da scandali. Dallo scandalo Cambridge Analytica alla valanga di critiche sulla privacy, l’app di Zuckerberg ha attraversato momenti da vero drama social. Eppure, come un vecchio leone saggio, è riuscito a cavarsela, mostrando la sua incredibile capacità di adattamento. Certo, oggi è visto più come il social dei “boomer” e meno come quello degli influencer cool, ma una cosa è certa: Facebook non è morto, ha semplicemente cambiato pelle, e ora sotto il suo cappotto si nasconde la piattaforma Meta con il metaverso pronto a sbarcare nella nostra vita.

Meta e il futuro: il social che non smette mai di cambiare

Non contento di essere il gigante dei social tradizionali, Zuckerberg ha deciso di andare oltre, mettendo gli occhi sul futuro con Meta. Qui, l’intelligenza artificiale e il metaverso sono protagonisti assoluti, e Facebook (e i suoi alleati come Instagram e WhatsApp) sono solo l’inizio di una rivoluzione digitale che potrebbe persino trasformare il modo in cui interagiamo tra di noi. Secondo gli esperti di social media, in futuro Facebook vedrà l’intelligenza artificiale generativa al suo fianco: post creati grazie a IA, chat automatizzate che rispondono per noi.

Influencer, creator e l’arte del like

In un mondo dove un semplice “mi piace” può fare la differenza, è facile dimenticare che i social network non sono solo un passatempo, ma vere e proprie piattaforme professionali. Se il 2004 ha visto nascere il social, il 2025 sembra essere l’anno in cui il mondo del creator economy (un miliardo di dollari, tanto per essere chiari) sta finalmente trovando regole e professionalità. Chiaro, per fare influencer ci vuole il giusto mix di carisma, estetica e abilità nel vendere qualsiasi cosa, dai vestiti ai concetti di marketing. Ma attenzione, oggi non sono solo gli influencer a dominare la scena. Stanno emergendo i creator, più autentici e in grado di conquistare il pubblico con contenuti freschi e personalizzati. Il futuro sembra essere nelle mani di chi sa creare, piuttosto che di chi sa solo promuovere.

L’adattamento è tutto

Insomma, Facebook ha compiuto i suoi 21 anni, ma sembra che invece di diventare un vecchio pallone gonfiato, abbia imparato a rimanere giovane e a farsi (ri)apprezzare dai più giovani. Le nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale e il metaverso, sono già all’orizzonte e, come ci insegna Darwin, chi sa adattarsi, vince.

E Facebook? Sta vincendo, anche se, in fondo, sappiamo tutti che l’intelligenza artificiale farà la sua parte. Dopotutto, è solo questione di tempo prima che un algoritmo inizi a farci gli auguri di compleanno per conto di Zuckerberg.

Che dire? Auguri Facebook, o Meta, o come preferisci chiamarti. E grazie per averci insegnato che a volte, per sopravvivere, bisogna solo cambiare un po’ di… codice.