Lo scorso venerdì sera, 22 marzo 2024, Mosca è stata colpita da un catastrofico attacco terroristico che ha lasciato un’impronta indelebile sulla comunità internazionale, sollevando interrogativi sulla sicurezza e politica mondiale. A poche ore di distanza dall’evento che ha distrutto il teatro moscovita Crocus City Hall e ha portato più di 100 vittime, i canali Telegram vicini ai servizi di sicurezza russi hanno divulgato una prima foto del veicolo utilizzato dagli attentatori per la fuga. Dall’immagine, infatti, è visibile un camion bianco guidato da due uomini. A seguire, tutti i dettagli e gli aggiornamenti a riguardo.
Attacco terroristico a Mosca: l’arresto dei killer
In Italia, la notizia ufficiale è arrivata solo la mattina seguente, momento in cui i principali uffici stampa hanno comunicato l’attacco da parte di quattro presunti terroristi. Questi ultimi, secondo quanto dichiarato dalla polizia sovietica, provengono dalla Cecenia. I killer, catturati immediatamente, sono stati poi interrogati e tenuti fermi. Tra le domande più rilevanti, ricordiamo: «Che cosa ci facevi al Crocus?», «A chi hai sparato?» e «Perché lo hai fatto?». Uno degli uomini, quindi, ha replicato con: «Ho sparato alle persone, per soldi», mostrando pentimento per il grave atto compiuto.
Un ulteriore video riproposto da M. Simonyan (giornalista e conduttrice televisiva) mostra un 26enne che accetta di partecipare all’attacco in cambio di 5.000 euro circa. Nonostante le supposizioni, non è stato individuato nessun collegamento con l’Ucraina.
Attacco terroristico a Mosca: chi si nasconde dietro l’attentato
Dietro l’orribile attacco terroristico che ha stravolto la comunità sovietica si nasconde l’Isis. Il gruppo jihadista ha rivendicato ufficialmente l’attentato pubblicando sul canale ufficiale le foto e dichiarando: «L’attacco si inserisce nel contesto di una guerra furiosa tra lo Stato Islamico e i Paesi che combattono l’Islam».
L’ideologia estremista, in tal caso, promuove la distruzione dei “nemici dell’Islam” e la creazione di uno Stato governato dalla legge islamica. Nonostante le sconfitte territoriali, rimane una minaccia globale, con cellule dormienti e una presenza online per radicalizzare individui in tutto il mondo.