Aviaria in latte e acque, Bassetti: “Pessimo segnale, virus più vicino di quanto potessimo pensare”

Dopo la sconcertante scoperta arrivata dagli Stati Uniti riguardo alla presenza del virus dell’aviaria H5N1 nel latte crudo, arriva subito un’altra notizia che non fa che incrementare le preoccupazioni: il virus è presente anche nelle acque reflue.

In seguito alla diffusione dei risultati, ha parlato del problema l’infettivologo Matteo Bassetti: “Prima nel latte, ora nelle acque reflue: è un pessimo segnale”.

Aviaria in latte e acque, l’OMS: “Consumare latte pastorizzato”

In seguito al rilevamento dell’aviaria nel latte crudo, continuano ad arrivare pessime notizie dagli Stati Uniti riguardo alla diffusione del virus, che è stato rinvenuto anche nelle acque reflue, ovvero le acque di scarico o fognature.

I controlli e il monitoraggio del virus H5N1 ormai continuano senza sosta, soprattutto perché l’influenza si sta espandendo molto rapidamente tra i bovini da latte americani. Dozzine di allevamenti in 9 diversi Stati sarebbero stati contagiati, e sarebbe inoltre stato rilevato un caso umano, che ha conseguentemente avviato una serie di test per circa altre 300 persone.

Risalgono all’8 maggio 2024 le dichiarazioni rilasciate da Tedros Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che avvertiva: “Il virus dell’influenza aviaria H5N1 è stato rilevato nel latte crudo negli Stati Uniti, ma i test preliminari mostrano che la pastorizzazione lo uccide. Il consiglio dell’Oms in tutti i Paesi è di consumare latte pastorizzato”.

Secondo il direttore quanto sta accadendo non sarebbe allarmante: “il virus finora non mostra segni di adattamento alla diffusione tra gli esseri umani. Sulla base delle informazioni disponibili l’Oms continua a valutare il rischio per la salute pubblica come ‘basso’ per la popolazione generale e ‘da basso a moderato’ per le persone esposte ad animali infetti”.

I risultati delle analisi infatti indicherebbero solo una maggiore diffusione di animali infetti (ma asintomatici) rispetto a quanto non si riesca a monitorare, ma non ci sarebbero particolari rischi per l’uomo perché il processo di pastorizzazione del latte, sebbene possa lasciare tracce di DNA o RNA di batteri o virus, comunque riesce ad ucciderli e non permette loro di riprodursi.

Per Bassetti il virus è vicino all’uomo: “Pessimo segnale”

In seguito alla scoperta dell’aviaria nel latte crudo, tuttavia, è stata avviata negli USA una campagna di monitoraggio anche per le acque reflue e i risultati non sono incoraggianti.

Nelle acque di scarico di oltre 600 strutture in 9 diverse città sono stati rinvenuti infatti picchi di influenza A, di cui il virus H5N1 dell’aviaria è un sottotipo, e ora si indaga su quale possa essere la fonte.

L’ormai noto infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, è intervenuto sulla questione, facendo trasparire in realtà una certa tensione riguardo a quanto sta accadendo negli Stati Uniti e contraddicendo le rassicurazioni promosse dall’OMS.

Bassetti ha dichiarato: “Prima nel latte, ora nelle acque reflue: è un pessimo segnale. Il virus è molto più vicino all’uomo di quanto potessimo pensare fino a un mese fa”.

Dello stesso parere anche Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano, che ha affermato: “è abbastanza preoccupante perché evidenzia un’enorme diffusione del virus. Una diffusione più ampia di quella fotografata dai contagi segnalati”.