Clamoroso! Don Mazzi: “Non sono più cattolico”. Ecco cosa è successo dopo il suo ritorno dal convegno dei cattolici democratici

Se pensavate che le conferenze sui temi cattolici fossero tutte un susseguirsi di preghiere e discorsi edificanti, vi sbagliavate di grosso! Don Antonio Mazzi, noto per il suo spirito pungente e irriverente, ha appena svelato la sua “rivelazione” dopo essere tornato dal Convegno dei cattolici democratici a Milano. In poche parole? Dopo aver visto la scena, ha deciso che non è più tanto cattolico, almeno non come lo conosciamo. Ma cosa è successo davvero nel salone strapieno di Milano? Scopriamo insieme i dettagli e le perle di saggezza di Don Mazzi.

Don Mazzi
Foto: www.leggo.it

La prima provocazione: il salone strapieno… ma senza giovani

Immaginate una sala gremita, persone di tutte le età, ma con un’aria strana che aleggiava nell’atmosfera. È proprio questa l’impressione che Don Mazzi ha avuto durante il convegno, e non è stato tenero nel descrivere l’esperienza: “Rischio di dire che non mi interessavano i discorsi che ho sentito, ma soprattutto l’aria che tirava dentro il salone strapieno.” Peccato, però, che la sala sembrasse più un incontro di pensionati che un vero evento di rinnovamento. E dove erano i giovani? Pare che, come nel resto della Chiesa, anche qui la freschezza delle nuove generazioni scarseggiasse, lasciando spazio a un pubblico decisamente più stagionato.

I “segnali positivi” che mancano

Don Mazzi non le manda a dire, e dopo aver tirato in ballo l’esperienza della Settimana Sociale di Trieste e dell’incontro nazionale degli scout di Verona, è chiaro che le aspettative non sono state rispettate. “L’incontro del 18 gennaio è stato un po’ più ‘provocatorio’ di altri, ma ancora lontano da quello che dovrebbe essere un cattolicesimo, ricco di centinaia di gruppi e movimenti e non solo.” Tradotto: un’occasione persa per un’iniezione di vitalità, creatività e, soprattutto, di giovani. Insomma, il “cattolicesimo che cambia” è ancora ben lontano dal diventare realtà.

Programmi creativi? Pochi, troppo pochi

E qui arriva la parte che fa davvero scattare l’allarme. Don Mazzi non si accontenta di osservare e lamentarsi: propone una soluzione. E cosa propone? “Urgono programmi creativi e stabili per quanti vivono difficoltà, anche in collaborazione con quanti condividono solo in parte le nostre stesse sensibilità.” E qui si capisce che il prete ha in mente qualcosa di più concreto, qualcosa che vada oltre la retorica e la burocrazia. Non basta un convegno ogni tanto per risolvere i problemi reali, è necessaria una svolta pratica, fatta di azioni tangibili, che possano davvero fare la differenza.

Il finale shock: “Non sono tornato a casa più cattolico”

Ed ecco il colpo di scena finale, che non ti aspetti: “Se voglio essere sincero, devo dire che non sono tornato a casa più cattolico.” Come se non fosse già abbastanza, Don Mazzi conclude il suo resoconto con un’ammissione che fa tremare i santi (e non solo loro). La sua conclusione è un colpo al cuore per tutti quelli che speravano di sentire parole di consolazione e speranza. No, stavolta il buon prete ha deciso di fare il bad boy della religione e ammettere che, dopo aver visto il panorama, non si sente più tanto “cattolico”, nel senso che non si è “arricchito di cattolicesimo” come avrebbe dovuto, dopo un’esperienza del genere.

Un cattolicesimo che deve cambiare

In fondo, quello che Don Mazzi vuole dirci è che c’è bisogno di un rinnovamento, un aggiornamento, una spinta che porti la Chiesa a essere più vivace, più giovane e soprattutto più inclusiva. I vecchi discorsi, le vecchie abitudini, le stesse facce, non fanno altro che allontanare chi cerca una Chiesa che parli davvero al cuore delle persone.