Mina avrebbe detto “Non gioco più, me ne vado“, mentre Emis Killa ha scelto un’altra strada per motivare la sua decisione di rinunciare al Festival di Sanremo 2025: “Dicono che sono indagato, faccio un passo indietro”. E qui ci si chiede: ma cosa sta succedendo sul palco dell’Ariston? Il Festival, con i suoi 74 anni di vita, sembra non essere solo un evento musicale, ma una vera e propria arena per drammi, gossip e rinunce clamorose. Ma perché, alla fine, tanti artisti si tirano indietro, lasciando il pubblico con l’amaro in bocca?
Il passo indietro di Emis Killa
Sanremo 2025: l’evento musicale per eccellenza dove, tra un duetto e l’altro, spesso si annunciano più colpi di scena che successi canori. E in mezzo a questa giostra, Emis Killa ha scelto di ritirarsi. La causa? Un inconveniente con la giustizia. Il rapper milanese sarebbe coinvolto in un’indagine legata agli affari criminali degli ultras, e se è vero che il palco dell’Ariston è conosciuto per la sua luminosità, sembra che Emis preferisca evitare che le luci siano troppo puntate su di lui. Insomma, tra interrogatori e indagini, la sua esibizione rischiava di sembrare più un episodio di Law & Order che una gara musicale.
Il dramma di Sanremo: tra gossip e polemiche
La realtà è che Sanremo non è solo musica, ma una montagna di gossip, retroscena e polemiche. E Emis Killa, da vero astuto, ha deciso di risparmiarsi il “Sanremo-show”, preferendo concentrarsi su altro. Il rapper aveva in programma di esibirsi con il brano “Demoni” e fare un duetto con Lazza, ma la prospettiva di diventare il centro di chiacchiere infinite lo ha fatto desistere. E così, il buon Carlo Conti ha detto che capiva la sua scelta, e alla fine niente sostituti: il numero perfetto per il Festival è 29, con o senza Emis Killa.
Sanremo, il regno delle rinunce
Ecco che, dietro la facciata patinata del Festival, si nasconde un mondo fatto di rinunce clamorose, a volte più drammatiche che motivate. Sanremo non è solo una passerella per chi vuole lanciare la propria carriera, ma è anche un terreno minato. La pressione è talmente alta che non sono rari i momenti in cui gli artisti, una volta arrivati al dunque, decidono che la gara non fa per loro. Chi non ricorda il celebre “Non gioco più, me ne vado” di Vasco Rossi nel 1981? E Adriano Celentano nel 2015, che si è misteriosamente rifiutato di partecipare senza spiegare il perché. Il Festival sembra proprio un luogo dove più che la musica, a volte, conta la capacità di sopportare il peso delle aspettative.
La sindrome del “mi hanno invitato, ma non mi va”
Ogni volta che un artista è invitato a Sanremo, la domanda ricorrente è sempre la stessa: “Vado o non vado?”. E come non pensare a Marco Mengoni, che dopo aver vinto nel 2009, rifiutò di partecipare all’Eurovision? Una volta che il sipario si alza, infatti, i nervi sono a fior di pelle. Anche Lucio Dalla nel 1987, con il suo celebre “Ciao”, lanciò una riflessione sul Festival: “Ci sarò, ma non so se arriverò all’ultima nota“. E sì, perché a Sanremo la pressione è talmente forte che ci si può ritirare anche per paura di un attacco di panico.
Sanremo, tra sogni e delusioni
In fin dei conti, Sanremo non è solo un palco per cantanti, ma un campo di battaglia emotiva. Gli artisti si ritrovano a dover fare i conti con una visibilità enorme, ma anche con una montagna di “rumori” esterni. E così, Emis Killa, rifiutandosi di partecipare, non fa altro che seguire una lunga tradizione di artisti che hanno scelto di fare un passo indietro. Il palco dell’Ariston può sembrare un’opportunità, ma a volte diventa una trappola dove il rischio di essere ingabbiati nelle polemiche è dietro l’angolo. E allora, come dice la saggezza popolare: “Se non gioco, non perdo”.