Frase shock di Crepet su chi usa i social network: “Siete tutti bestie solitarie e violente che…” Il finale è incredibile

Paolo Crepet, lo psichiatra noto per non mandarle a dire, è tornato all’attacco dei social network. Stavolta non si è limitato a definirli “macchine infernali” o “moltiplicatori di violenza”. Ha usato parole ancora più forti, durante lo Speciale Tg1 “La vita degli altri” andato in onda su Rai 1 il 20 aprile. E il messaggio è chiaro: chi vive immerso nei social, spesso, non vive davvero. “I social hanno creato una solitudine bestiale”, ha detto. E da lì, una valanga di considerazioni lucide, dure, ma difficili da ignorare.

frase shock di Crepet

I social ci rendono “asociali”: la solitudine 2.0

Crepet distingue due tipi di solitudine. La prima è quella degli artisti, dei pensatori, di chi cerca il silenzio per creare: “Una solitudine voluta, fertile, che fa bene”. Poi c’è l’altra, quella che fa male:

Ti senti solo in mezzo alla folla, in un supermercato pieno di gente. Perché nessuno ti vede, nessuno ti capisce. E tu temi di non essere capito mai”.

Questa è la solitudine che secondo Crepet i social amplificano in modo “bestiale”. Siamo tutti connessi, ma mai stati così scollegati dalla realtà.

“Siete tutti bestie solitarie”: la provocazione che fa riflettere

La frase choc è arrivata come una scudisciata:

I social hanno creato una solitudine bestiale. Noi non siamo mai stati così soli da quando ci sono i social. I social sono a-social”.

Una provocazione? Forse. Ma anche una fotografia realistica di una società che passa ore a scrollare lo schermo del cellulare, ma non riesce più a sostenere uno sguardo dal vivo.

Crepet ci prende in giro con intelligenza: siamo diventati “bestie solitarie” in cerca di cuoricini virtuali, incapaci di vere connessioni umane.

In cerca di verità (vere), non di verità “virali”

Viviamo in un mondo frammentato, pieno di voci che gridano “questa è la verità!”. Ma Crepet ci avvisa: “Sappiamo benissimo che non è così”. Oggi le persone si attaccano a chi sembra autentico, vero, concreto. E sono stufe di influencer improvvisati che oggi sono guru e domani spariscono nel nulla.

La fame di autenticità cresce, ma trovare qualcosa (o qualcuno) che sia davvero autentico sui social è sempre più difficile.

Normali sì, ma anche eccezionali: il paradosso social

Nel marasma digitale in cui tutti vogliono apparire “gente comune”, Crepet spiazza:

Io ho bisogno anche di eccezioni, di straordinari creativi. Se Colombo fosse stato normale, sarebbe rimasto a Genova”.

Il mondo non ha bisogno solo di contenuti carini e faccette sorridenti. Ha bisogno di chi osa, di chi crea, di chi rischia. Anche a costo di passare per “strano”. O di ricevere un’ondata di haters.

Gli haters? Esistono da sempre, ma ora hanno il Wi-Fi

E proprio gli haters sono l’ultimo bersaglio di Crepet. Non sono una novità:

Da che mondo è mondo, la gente andava a vedere il ghigliottinato a Parigi. Era lo spettacolo più seguito. Erano gli haters”.

La differenza è che oggi non servono più forche e piazze: bastano una tastiera e un profilo fake. Ma la radice è la stessa: frustrazione, bisogno di sentirsi vivi solo quando si distrugge qualcun altro.

Ma fuori da quelle bolle, c’è ancora spazio per chi sogna, crea, sperimenta. Ed è da lì che dobbiamo ripartire.

Le 8 frasi più forti di Paolo Crepet sui social network

  1. I social hanno creato una solitudine bestiale.”
  2. Noi non siamo mai stati così soli come da quando ci sono i social.”
  3. I social sono a-social.”
  4. La solitudine dell’artista è scelta. Quella che viviamo oggi è una malattia dell’anima.”
  5. Ti senti solo anche in mezzo a 10mila persone, perché non sei visto.”
  6. La gente ha bisogno di autenticità. Si è stufata dei guru inventati il lunedì e morti il mercoledì.”
  7. Abbiamo bisogno anche di eccezionalità. Se Colombo fosse stato normale, non sarebbe mai partito.”
  8. Gli haters sono sempre esistiti. Prima guardavano le esecuzioni in piazza, oggi commentano su Facebook.”

Leggi altre frasi celebri di Paolo Crepet