14 frasi di Alberto Sordi tratte dai suoi film da usare per fare battute divertenti: sono esilaranti!

Il 27 febbraio ricorre l’anniversario della morte di Alberto Sordi, uno dei più grandi attori e registi del panorama cinematografico italiano. Sordi ha saputo raccontare con ironia e profondità l’Italia del suo tempo, diventando una figura indimenticabile per generazioni di spettatori. Con la sua comicità unica e il suo talento poliedrico, ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore degli italiani.

Alberto Sordi

Gli inizi di una carriera straordinaria

Alberto Sordi nasce a Roma il 15 giugno 1920. Fin da giovane mostra una forte inclinazione per il mondo dello spettacolo, tanto che a soli dieci anni entra nel coro della Cappella Sistina. La sua passione per il teatro lo porta a frequentare l’Accademia di Recitazione, anche se la sua voce particolare e marcata romanità inizialmente gli creano qualche difficoltà. Tuttavia, Sordi non si arrende e trova il suo primo successo come doppiatore, prestando la voce a Oliver Hardy, del celebre duo comico Stanlio e Ollio.

L’ascesa nel mondo del cinema

Il grande pubblico lo scopre negli anni ’50 grazie alla collaborazione con il regista Federico Fellini, che lo sceglie per interpretare il protagonista di Lo sceicco bianco (1952) e I vitelloni (1953). Questi ruoli segnano l’inizio di una carriera straordinaria, che lo vede protagonista di film iconici come Un americano a Roma (1954), La grande guerra (1959) e Il vedovo (1959). Sordi porta sullo schermo personaggi indimenticabili, incarnando con maestria l’italiano medio, con i suoi vizi e le sue virtù.

Una comicità travolgente e inconfondibile

Alberto Sordi è stato un maestro della comicità, capace di far ridere e riflettere allo stesso tempo. Il suo umorismo si basava su un’osservazione acuta della realtà italiana, enfatizzando tic, difetti e manie dei suoi connazionali. Celebre è la sua interpretazione in Un americano a Roma, con la storica scena “maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo!”. La sua capacità di alternare toni leggeri a momenti di profonda amarezza ha reso la sua comicità unica e irresistibile.

Oltre a essere un attore straordinario, Sordi è stato anche sceneggiatore e regista. Ha diretto e interpretato film memorabili come Fumo di Londra (1966) e Polvere di stelle (1973), mostrando una grande versatilità artistica. Negli anni, ha lavorato con i più grandi registi italiani, da Mario Monicelli a Dino Risi, consolidando il suo ruolo di pilastro del cinema italiano.

L’uomo dietro la maschera comica

Nonostante la sua fama, Alberto Sordi ha sempre mantenuto una vita privata discreta. Rimasto scapolo per tutta la vita, ha dedicato gran parte del suo tempo alla sua carriera e alle opere di beneficenza. Il suo legame con Roma, la sua città natale, è sempre stato fortissimo, tanto che la sua casa in Piazza Numa Pompilio è oggi un museo dedicato alla sua memoria.

15 frasi di Alberto Sordi tratte dai suoi film da usare per fare battute divertenti

  1. “Ah, annamo bene, proprio bene! E io che pensavo che la mia famiglia fosse normale… invece so’ tutti matti!” (Il marchese del Grillo, 1981)
  2. “Io so io, e voi nun siete un… niente!” (Il marchese del Grillo, 1981)
  3. “Lavoratori! Prendete una donna! È l’unico lavoro che vi darà sempre soddisfazioni!” (Il conte Max, 1957)
  4. “Maccheccos’è quest’amore? ’Na parola… ma poi che vole di’? Boh! Se sapessi cosa fosse l’amore, starei ancora a lavorà come un fesso?” (Un americano a Roma, 1954)
  5. “Te c’hanno mai mannato a quel paese? E tu ce sei stato? E che te ne pare?” (Finché c’è guerra c’è speranza, 1974)
  6. “Ma perché non ve fate i fatti vostri? Ah no, nun ve li fate perché nun ce l’avete! E allora nun ve resta che pensà ai fatti miei!” (Il presidente del Borgorosso Football Club, 1970)
  7. “Nun è che io voglio esse’ ricco, è che me piace proprio l’idea der lusso, la vita comoda, la robba bbona!” (Il marchese del Grillo, 1981)
  8. “Aho, io nun so tirchio, so’ previdente!” (Il marchese del Grillo, 1981)
  9. “Maccarone, m’hai provocato e io te distruggo adesso! Io me te magno!” (Un americano a Roma, 1954)
  • “Nun ce provà a fregamme, perché io so’ un furbacchione de prima categoria, me spiego?” (Il vedovo, 1959)
  • “Se tutti quelli che votano fossero intelligenti, non saremmo ridotti in questo stato, scusa!” (Tutti dentro, 1984)
  • La famiglia è la cosa più importante… specialmente quando te tocca mantenerla tutta!” (Dove vai in vacanza? 1978)
  • “Ma allora la colpa non è mia, è la società che è ingiusta! Che cosa posso fare io?” (I nuovi mostri, 1977)
  • “Ve lo dico io come va il mondo: quelli che lavorano stanno sempre a rosicà, e quelli che nun fanno niente campano meglio!” (Il comune senso del pudore, 1976)

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