Frasi di Franz Kafka sulla solitudine: ecco come imparare a stare da soli senza soffrire, ringrazierai dopo averle lette

Solitudine: per alcuni è una pausa rigenerante, per altri un incubo a occhi aperti. Per Franz Kafka, invece, era un habitat naturale. Il celebre autore de La metamorfosi non era solo uno scrittore di angosce e processi infiniti, ma anche un maestro nel descrivere il silenzio delle stanze vuote e il rumore assordante del proprio io. E no, non era uno che si metteva in disparte solo per moda: Kafka ci credeva davvero nella solitudine. La considerava una condizione necessaria per pensare, scrivere, sopravvivere. Ma anche una maledizione. Tra lettere struggenti, racconti labirintici e vita ritirata, Kafka ci ha lasciato pensieri brillanti (e talvolta esilaranti) su cosa significhi stare da soli.

frasi di Franz Kafka sulla solitudine
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Franz Kafka: un uomo, una scrivania, un tormento

Kafka nasce a Praga nel 1883 in una famiglia ebrea della classe medio-borghese. Cresce tra una lingua (il tedesco) che non è quella della città, una religione che non pratica davvero, e un padre imponente che lo fa sentire sempre troppo piccolo. Un mix perfetto per generare insicurezze a valanga. E in effetti, Kafka era timido, ipersensibile, impaurito dalla vita e affascinato dall’idea di fuggirla… scrivendo.

Lavorava come impiegato in una compagnia di assicurazioni, ma scriveva di notte, in segreto, nella sua stanza. La scrittura era per lui una forma di resistenza personale: l’unico modo per esistere, anche se gli costava fatica, insonnia e solitudine.

La solitudine secondo Kafka: rifugio o prigione?

Per Kafka, la solitudine era sia una condanna che una salvezza. Da un lato, la cercava con desiderio quasi mistico: solo nella solitudine riusciva a scrivere, a pensare, a essere se stesso. Dall’altro, ne soffriva profondamente. Non riusciva a stare con gli altri, ma nemmeno senza. Un classico paradosso kafkiano.

Ne ha parlato in molte lettere, soprattutto in quelle a Felice Bauer, la donna che ha amato (più o meno) e lasciato (più volte). In una di queste scrive:

Non posso vivere né con te, né senza di te.”

Frase perfetta anche per descrivere il suo rapporto con la solitudine.

Kafka e le donne: solitudine a due

Sì, Kafka si è innamorato. Spesso. Ma ogni volta che l’amore bussava alla porta, lui… si nascondeva sotto al letto. Ha avuto relazioni epistolari intense, piene di promesse e poi di fughe. Scriveva lettere d’amore struggenti e, contemporaneamente, si disperava per non riuscire a vivere davvero una vita di coppia. Ogni volta che una relazione diventava “troppo reale”, lui si tirava indietro. Amava in astratto, ma nella pratica preferiva scrivere.

 “Lasciatemi solo (ma davvero solo)!”

Un giorno, Franz scrisse all’amico Max Brod che avrebbe voluto vivere in una torre con un minimo di cibo, pochi vestiti e carta per scrivere. La sua idea di felicità?

Essere lasciato completamente solo.”

Il problema è che Kafka era così sensibile che, anche se un passante tossiva nel cortile, non riusciva più a concentrarsi. La solitudine lo attirava, ma la vita trovava sempre il modo di disturbarlo.

Kafka, maestro del paradosso solitario

Kafka non era solo uno scrittore, ma un funambolo dell’esistenza: oscillava tra il bisogno degli altri e il rifiuto del mondo. La solitudine è stata per lui una forma di sopravvivenza e una condanna quotidiana. Ma da quella solitudine sono nati pensieri straordinari, parole taglienti, e una letteratura capace di parlare ancora oggi a chi si sente fuori posto.

E se anche tu, ogni tanto, ti senti come Gregor Samsa trasformato in scarafaggio… tranquillo: Kafka c’è passato prima. E almeno lui, ci ha scritto sopra.

18 frasi di Franz Kafka sulla solitudine

  1. La solitudine non è che un’autonomia spinta all’estremo.”
  2. Chi possiede la capacità di vedere la bellezza, non invecchia mai.”
  3. Restare solo è il destino di tutti i grandi spiriti.”
  4. Il pensiero non è mai libero, ma sempre solitario.”
  5. La scrittura è una forma di preghiera. E si prega da soli.”
  6. Non ho alcun diritto di essere solo, ma ne ho bisogno.”
  7. Il male è tutto ciò che distrae.”
  8. Il mio vero io, quello che è più autentico, è quello che vive solo, scrive solo, sogna solo.”
  9. L’isolamento è il mio modo di difendermi dal mondo.”
  10. Più conosco gli uomini, più amo la mia solitudine.”
  11. Scrivere è un modo per restare in contatto con se stessi.”
  12. Non posso vivere in una casa rumorosa. Ogni rumore è una pugnalata.”
  13. Mi sento come un muro che nessuno vuole attraversare.”
  14. La solitudine ha una sua musica. Ma per sentirla bisogna avere orecchie diverse.”
  15. Non c’è niente di più sopportabile dell’isolamento, quando è scelto.”
  16. Vorrei vivere in un angolo silenzioso del mondo, senza obblighi, senza dover parlare.”
  17. In fondo, non fuggo dagli altri. Fuggo dal loro sguardo.”
  18. Solo nella solitudine capisco chi sono. E spesso non mi piaccio.”

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