Friedrich Nietzsche è uno di quei personaggi che o lo ami o ti mette profondamente a disagio. Filosofo, poeta, aforista e, a modo suo, anche un profondo esteta, ha passato la vita a demolire certezze e a cercare nuove verità. Tra un attacco al cristianesimo, una risata sulla morale e una provocazione sull’arte, ha trovato anche il tempo per riflettere sulla bellezza. E fidati: il suo concetto di bellezza non è quello che trovi nei Baci Perugina.

Chi era Friedrich Nietzsche?
Nato il 15 ottobre 1844 a Röcken, un piccolo villaggio della Germania, Nietzsche era figlio di un pastore protestante. Dopo la morte precoce del padre, fu cresciuto in una famiglia tutta al femminile: madre, sorelle e zie, il che probabilmente contribuì a renderlo ancora più sensibile e (forse) anche più polemico.
Fu un ragazzo prodigio: a 24 anni era già professore di filologia classica all’Università di Basilea. Poi, tra dolori fisici tremendi (soffriva di emicranie e problemi agli occhi) e disillusioni filosofiche, abbandonò l’insegnamento per dedicarsi completamente alla scrittura.
Purtroppo, negli ultimi anni della sua vita, la mente brillante di Nietzsche cedette: nel 1889 ebbe un crollo nervoso (pare dopo aver visto un cavallo frustato a Torino) e passò gli ultimi anni della sua vita in uno stato di semi-incoscienza. Morì nel 1900, a soli 55 anni.
Le teorie più importanti di Nietzsche
Nietzsche non ha lasciato in eredità un sistema filosofico “classico”, ma piuttosto un campo minato di idee esplosive:
- la morte di Dio: no, non è un thriller gotico, ma la constatazione che la cultura moderna aveva “ucciso” Dio, lasciando un vuoto di senso;
- l’oltreuomo: l’essere umano capace di creare i propri valori senza appoggiarsi su morali obsolete;
- la volontà di potenza: la forza creativa che spinge ogni forma di vita ad affermarsi;
- l’eterno ritorno: l’idea che tutto si ripete all’infinito. Bello, eh? O forse no…;
- la critica alla morale: Nietzsche vedeva la morale tradizionale come una gabbia imposta ai più forti dai più deboli.
Ma veniamo al piatto forte: la bellezza.
La bellezza secondo Nietzsche
Per Nietzsche, la bellezza non è solo “ciò che piace” o “ciò che è armonioso”. È vita allo stato puro, manifestazione di forza, affermazione dell’esistenza.
La bellezza, nella sua visione, è qualcosa di profondamente legato alla tragicità e al caos: non è l’ordine perfetto, ma una danza elegante sopra l’abisso.
Ne ha parlato a lungo in opere come La nascita della tragedia (1872), dove esalta la fusione tra l’elemento apollineo (ordine, misura, armonia) e quello dionisiaco (caos, ebbrezza, vitalità). La vera arte, e quindi la vera bellezza, per Nietzsche, nasce proprio dall’incontro di questi due impulsi.
In pratica: non esiste vera bellezza senza un pizzico di follia, senza un po’ di dolore, senza la consapevolezza che il mondo è un teatro assurdo, ma bellissimo.
Come Nietzsche ha vissuto la bellezza
Nietzsche amava profondamente la musica (adorava Wagner, almeno per un po’, prima di litigare furiosamente) e trovava nella natura selvaggia una fonte inesauribile di bellezza.
Si innamorava spesso di donne impossibili, come Lou Salomé, che gli rifilò un clamoroso due di picche. Forse anche per questo la sua idea di bellezza è sempre rimasta un po’ amara e sfuggente.
Pare che una volta Nietzsche abbia detto a un amico:
“Il problema con l’arte è che spesso la bellezza consola troppo. Io voglio un’arte che spezzi le ossa.”
Non esattamente il tipo da organizzare mostre di acquerelli primaverili, insomma.
E un giorno, passeggiando per Sils Maria (suo posto del cuore tra le Alpi svizzere), Nietzsche ebbe una sorta di illuminazione estetica davanti a un semplice paesaggio di montagna. Scrisse che la bellezza autentica è “quella che non ti chiede il permesso di esistere“.
Nessuna cornice dorata, nessun applauso: solo la potenza nuda e cruda del mondo.
Insomma, Nietzsche non ha mai cercato la bellezza perfettina da cartolina: per lui, era qualcosa di selvaggio, scomodo, che scuote e ferisce. Una bellezza che fa venire voglia di vivere anche sapendo che, alla fine, tutto potrebbe andare a rotoli.
Perché, in fondo, come lui stesso avrebbe potuto dire: la bellezza serve a chi ha il coraggio di non chiudere gli occhi davanti al caos.
16 frasi di Friedrich Nietzsche sulla bellezza
- “La bellezza è una promessa di felicità.”
- “Non esiste arte senza ebbrezza.”
- “Tutto ciò che è profondo ama la maschera.”
- “La bellezza è l’ultima resistenza contro la bruttezza della vita.”
- “La verità è brutta: noi possediamo l’arte per non soccombere alla verità.”
- “Abbiamo l’arte per non morire di verità.”
- “Solo ciò che ha senza tregua il sapore del pericolo ha per me il sapore della bellezza.”
- “Si conosce bene una cosa soltanto quando la si ama.”
- “L’arte deve consolare i viventi, non adorare i morti.”
- “Senza musica, la vita sarebbe un errore.”
- “La bellezza non può essere spiegata, deve essere vissuta.”
- “Ogni autentico artista è un esule.”
- “L’arte è il compito supremo e l’attività propriamente metafisica di questa vita.”
- “La bellezza è il sorriso della verità quando essa guarda se stessa nello specchio.”
- “Solo come fenomeno estetico l’esistenza e il mondo sono eternamente giustificati.”
- “Bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante.”
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