Quando si parla di sogni, si pensa a qualcosa di etereo, delicato, magari da tenere sotto una campana di vetro. Ma se a parlarne è Charles Bukowski, l’uomo che ha fatto dell’eccesso uno stile di vita, e della verità nuda e cruda una religione, allora scordati le nuvolette rosa. I sogni, per lui, erano roba seria, roba da sudore, pugni in faccia e perseveranza. Niente zucchero, niente illusioni. Solo una domanda: hai il coraggio di inseguirli davvero?

Bukowski e i sogni: né illusioni né consolazioni
Bukowski non era il tipo da credere ai sogni come via di fuga dalla realtà. Per lui, i sogni erano necessari, ma non bastava desiderarli: bisognava saperli affrontare a muso duro. Nelle sue poesie, nei suoi racconti, nei suoi romanzi autobiografici, i sogni appaiono spesso come una sfida: o li insegui fino alla fine, o li seppellisci con dignità.
Nella poesia La causa delle ferite profonde, ad esempio, scrive che “è meglio fare qualcosa per un sogno, anche fallendo, piuttosto che vivere senza sogni.” Questo approccio diretto, quasi brutale, mostra quanto Bukowski credesse nei sogni come unica vera ancora di salvezza dal vuoto quotidiano.
I sogni come benzina per sopravvivere
Per Bukowski, vivere senza sogni è come bere birra senza alcool: inutile, triste e profondamente frustrante. Nei suoi testi, invita sempre a non arrendersi, a credere nella propria vocazione, anche se il mondo rema contro. Lo dice bene nella poesia Sii gentile:
“Se non ti esplode dentro, non farlo. A meno che non ti venga fuori dall’anima come un razzo, lascia perdere.”
I sogni, quindi, non sono solo desideri: sono fuoco. Se non bruciano dentro, sono falsi. E se bruciano davvero, allora devi essere pronto a lasciarti bruciare.
Quando i sogni fanno male: il lato oscuro
Bukowski non è un romantico. Sa bene che inseguire i sogni può fare male. Ti fa sbattere la faccia contro la porta, ti lascia al verde, solo, stanco, con l’alito di birra e i lividi dell’insuccesso. Ma è meglio così, dice, che rassegnarsi a una vita piatta e prevedibile. In Factotum, il protagonista lavora i peggiori lavori solo per poter scrivere. È il simbolo del prezzo da pagare per seguire il proprio sogno.
Il sogno che lo salvò
Bukowski lavorò per anni alle Poste, odiando ogni minuto. Ma il suo sogno di diventare scrittore non lo mollava. A 49 anni, finalmente, l’editore John Martin gli propose uno stipendio minimo per scrivere a tempo pieno. Bukowski accettò subito, licenziandosi con una frase epica:
“Preferisco essere un povero scrittore che un impiegato ben pagato.”
Così nacque Post Office, il suo primo romanzo, scritto in meno di un mese. Il sogno che si realizza… col dito medio alzato.
Charles Bukowski, insomma, non ti coccola. Ti guarda in faccia, accende una sigaretta e ti dice: “Vuoi davvero quel sogno? Allora lotta.”
Niente favolette, solo verità ruvida e un’incredibile onestà poetica. Perché in fondo, per lui, sognare non era un lusso. Era un dovere.
20 frasi di Charles Bukowski sui sogni
- “Se vuoi sapere chi sono, guarda i miei sogni.”
- “I sogni appartengono a chi ha il coraggio di pagarne il prezzo.”
- “Sognare è gratis. Ma realizzare costa.”
- “È il sogno che ti tiene vivo quando la vita prova a spezzarti le ossa.”
- “Un uomo senza sogni è solo un impiegato col cuore rotto.”
- “Non uccidere mai i tuoi sogni. Lascia che si uccidano da soli, se devono.”
- “L’umanità perde, ogni volta che un uomo smette di credere nei propri sogni.”
- “Meglio ubriaco e sognatore, che sobrio e spento.”
- “I sogni sono l’unica droga che non mi ha mai fregato.”
- “Chi sogna vive due volte, chi smette muore ogni giorno un po’.”
- “Inseguire un sogno è come inseguire una donna: devi essere pronto a correre, sanguinare, perdere.”
- “Non aspettarti che capiscano i tuoi sogni. Sono troppo impegnati a distruggere i propri.”
- “Il mio sogno era scrivere. E anche se non fossi riuscito, ci avrei sputato sangue comunque.”
- “Non cercare di essere normale. Cerca di essere fedele ai tuoi sogni.”
- “Molti vogliono vivere il sogno. Pochi vogliono lavorarci su.”
- “Il sogno di oggi è la rissa di domani. Preparati.”
- “Il sogno è la bestemmia dell’uomo contro la mediocrità.”
- “Non ho mai sognato fama o successo. Solo libertà.”
- “I sogni non chiedono permesso. Entrano, urlano, e ti obbligano a scegliere.”
- “Sii abbastanza pazzo da inseguire i sogni. Il mondo ha già troppi codardi.”
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