Giovanni Allevi non è solo quel pianista dai capelli indomabili che si muove come un elfo sopra le tastiere. È, prima di tutto, un sognatore seriale. Di quelli che da bambini non sognavano la bicicletta o il motorino, ma… un’orchestra sinfonica tutta sua. Se oggi è conosciuto in tutto il mondo per le sue melodie sospese tra poesia e follia, è perché ha avuto il coraggio di credere in qualcosa che sembrava troppo fragile per esistere: la bellezza di un sogno.
Chi è Giovanni Allevi?
Un artista, un filosofo della musica, un ribelle con la testa tra le nuvole e i piedi… sopra un pedale.
Nato ad Ascoli Piceno nel 1969, Giovanni Allevi ha studiato pianoforte al conservatorio, si è laureato in Filosofia e poi ha fatto quello che molti evitano come la peste: ha seguito il suo sogno. Niente scorciatoie, niente “piani B”. Solo musica, anima e passione.
Dopo anni di gavetta e porte chiuse in faccia, nel 2006 la sua carriera esplode grazie all’album Joy. Da lì, concerti in tutto il mondo, dischi venduti a milioni e standing ovation ovunque. Eppure, Allevi non ha mai perso quello sguardo un po’ spaesato e sognante, come se ogni applauso fosse ancora una piccola sorpresa.
Le sue composizioni: poesia in movimento
I brani di Giovanni Allevi non seguono le regole rigide del classico, ma nemmeno quelle del pop. Sono ibridi, liberi, fuori dagli schemi. Proprio come lui. Composizioni come Come sei veramente, Back to Life, Piano Karate e Secret Love non si ascoltano: si vivono. Sono colonne sonore per i momenti silenziosi della vita. Quei momenti in cui senti di stare a pezzi… ma in modo armonico.
Il suo stile è riconoscibile: melodie semplici ma profonde, ritmo che accelera e rallenta come il battito di un cuore innamorato, e un uso del silenzio che dice più di mille note.
Cosa rappresentano i sogni per Giovanni Allevi?
Per Allevi, il sogno è un’ossessione sana. Un bisogno viscerale, una voce che ti chiama anche quando tutto il resto ti dice di lasciar perdere. Non ha mai nascosto che sin da piccolo desiderava comporre musica. Ma non per diventare famoso – quello è un effetto collaterale – bensì per “creare bellezza”, come lui stesso dice.
Ha spesso parlato del sogno come di un’entità viva, capace di guidarti, spaventarti e salvarti allo stesso tempo. Per lui, la musica è proprio questo: un sogno tradotto in suoni. E ogni volta che compone, si sente di nuovo quel bambino davanti a un pianoforte troppo grande per le sue mani.
E per noi? Cosa dovrebbero essere i sogni?
Secondo Allevi, i sogni non sono optional. Non sono una coccola da fine giornata, ma un dovere morale verso noi stessi. Sono il modo più onesto per scoprire chi siamo davvero. Ci sprona a inseguirli senza vergogna, anche quando sembrano assurdi, fuori tempo o fuori moda. Perché se non sogni, ti spegni.
12 frasi di Giovanni Allevi sui sogni
- “Sono un sognatore. E come tutti i sognatori, mi prendo sul serio.”
- “Chi sogna non si rassegna mai.”
- “Il sogno è l’unico luogo in cui non esistono limiti.”
- “Mi hanno sempre detto che sognare non porta a nulla. Eppure, io ci ho costruito una carriera.”
- “I sogni sono più reali della realtà, perché non scendono mai a compromessi.”
- “La musica è il mio sogno che si rinnova ogni giorno.”
- “Chi ti dice che non puoi farcela, ha paura dei suoi sogni, non dei tuoi.”
- “Non c’è nulla di più sovversivo che credere in un sogno.”
- “Quando tutto sembra perduto, è lì che nasce il sogno più bello.”
- “Io non sogno di notte. Io sogno con il pianoforte acceso.”
- “I sogni si realizzano solo quando ti fanno paura.”
- “Ho avuto il coraggio di sognare forte. E ho fatto rumore.”
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