Se oggi qualcuno dicesse “mollo tutto e vado a meditare sotto un albero”, lo prenderemmo per matto o, al massimo, per influencer. Ma più di 2500 anni fa, un uomo lo ha fatto sul serio. Si chiamava Siddhartha Gautama, meglio conosciuto come il Buddha, “l’Illuminato”. Ha rinunciato a una vita dorata per capire il senso della sofferenza e trovare una risposta alla più antica delle domande: come si fa ad essere felici? Spoiler: non serve né il Wi-Fi né la carta di credito.

La vita di Gautama Buddha: dalla ricchezza all’illuminazione
Siddhartha nacque intorno al VI secolo a.C. in una famiglia nobile del clan Shakya, nel territorio che oggi corrisponde al Nepal. Fin dalla nascita, secondo la leggenda, era destinato a grandi cose: un veggente predisse che sarebbe diventato un grande re o un grande saggio.
Il padre, ovviamente, tifava per il re. Per evitare che il figlio vedesse il dolore e scegliesse la via spirituale, lo tenne rinchiuso in un palazzo dove tutto era perfetto: niente vecchiaia, niente malattia, niente morte. Ma un giorno Siddhartha uscì di nascosto e vide la realtà: un vecchio, un malato, un morto e un asceta. E capì che la vita non è tutto rose e tappeti persiani.
A quel punto, abbandonò moglie, figlio e privilegi per cercare una risposta alla sofferenza. Dopo anni di meditazioni, digiuni estremi e una dieta più rigida di quella di un influencer vegano, trovò l’Illuminazione sotto l’albero della Bodhi. Da lì nacque il Buddha: non un dio, ma un uomo che aveva capito come funziona la mente e il cuore umano.
Le opere: insegnamenti per l’umanità
Buddha non scrisse libri di suo pugno (niente autobiografie in stile “Siddhartha: la mia verità”). I suoi insegnamenti furono tramandati oralmente e raccolti successivamente nei Sutra. La sua dottrina si basa sulle Quattro Nobili Verità e sull’Ottuplice Sentiero, una sorta di guida pratica per liberarsi dalla sofferenza. E cosa c’è alla fine di tutto questo cammino? Indovinate un po’: la felicità.
Buddha e la felicità: più che uno stato d’animo, una scelta consapevole
La felicità, per Buddha, non è uno stato passeggero, tipo la gioia che si prova aprendo una bottiglia di vino o trovando parcheggio sotto casa. No, è uno stato profondo di pace interiore, indipendente dalle circostanze esterne.
Buddha ha parlato spesso di felicità, ma in modo molto diverso da come la intendiamo noi oggi. Per lui la felicità nasce dal lasciar andare, non dal trattenere. Non si trova accumulando oggetti, titoli o follower, ma eliminando il desiderio, l’attaccamento, l’odio e l’ignoranza.
Buddha e la felicità personale: come l’ha vissuta
Potrebbe sembrare strano pensare a un uomo che ha rinunciato a tutto come a un uomo felice. Eppure, secondo i racconti, il Buddha era sereno, gentile, e perfino ironico. Aveva uno sguardo calmo e un sorriso leggero, quello di chi ha fatto pace col mondo.
Ha sperimentato in prima persona l’infelicità dell’eccesso e l’insoddisfazione dell’ascetismo estremo, per poi trovare l’equilibrio nel “sentiero di mezzo”. La sua felicità era il risultato di una lunga ricerca interiore, fatta di silenzio, ascolto, meditazione e compassione. Non era un’emozione passeggera, ma uno stato di libertà.
Buddha ci insegna che la felicità non è un premio da vincere, ma una condizione che si costruisce ogni giorno, con pazienza, presenza e consapevolezza. E forse, nel suo modo gentile ma diretto, ci direbbe oggi:
“Spegni il telefono, respira, lascia andare. La felicità non si trova fuori. Sei tu che devi cambiare occhiali.” E in fondo, dopo millenni, non aveva poi così torto.
12 frasi di Gautama Buddha sulla felicità
Ecco un piccolo prontuario di saggezza firmato Buddha. Tutte le frasi sono tratte dal Dhammapada, una delle principali raccolte dei suoi insegnamenti.
- “La felicità non dipende da ciò che hai o da chi sei. Dipende solo da cosa pensi.”
Dhammapada, versetto 290 - “Non c’è fuoco pari alla passione, non c’è sventura pari all’odio, non c’è dolore pari all’esistenza, non c’è felicità superiore alla pace.”
Dhammapada, versetto 202 - “Chi vive senza desideri è veramente felice.”
Dhammapada, versetto 200 - “La felicità segue la purezza di pensiero, come l’ombra non abbandona mai il corpo.”
Dhammapada, versetto 2 - “Colui che è libero dal rancore troverà la vera felicità.”
Dhammapada, versetto 5 - “Felice è colui che vive nella solitudine, lontano dalle passioni e dalla vanità.”
Dhammapada, versetto 87 - “Non cercare la felicità fuori di te: è dentro di te, ma sei troppo impegnato a guardare altrove.”
Parafrasi del pensiero contenuto nel Dhammapada, versetto 290 - “La felicità non nasce dal possedere molto, ma dal desiderare poco.”
Dhammapada, versetto 303 - “Meglio di mille parole inutili, una sola parola che dona pace.”
Dhammapada, versetto 100 - “Felice è colui che non fa del male a nessun essere vivente.”
Dhammapada, versetto 270 - “La mente calma porta felicità. Chi è padrone della propria mente è padrone della felicità.”
Dhammapada, versetto 35 - “La felicità non si trova cercandola. Si trova smettendo di inseguirla.”
Parafrasi del pensiero buddhista sul distacco, ispirata al Dhammapada
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