Lucio Battisti non ha bisogno di presentazioni: è uno dei cantautori più iconici della musica italiana. Con le sue melodie inconfondibili e i testi scritti insieme a Mogol, ha raccontato l’amore, la vita e, soprattutto, la solitudine. Sì, perché la solitudine, per Battisti, non era solo assenza di compagnia, ma un vero e proprio stato dell’anima. Un rifugio, una condanna, una condizione necessaria per creare e per comprendere se stessi. E nelle sue canzoni, la solitudine non si limita a esistere: diventa un personaggio, una voce, un’ombra che si insinua tra le note.
Lucio Battisti: vita, musica e isolamento artistico
Nato il 5 marzo 1943 a Poggio Bustone, un piccolo paese del Lazio, Battisti ha rivoluzionato la musica italiana fondendo pop, rock e sperimentazione. Ma se la sua musica era accessibile a tutti, il suo carattere era tutt’altro che estroverso. Lucio era schivo, riservato, quasi allergico alla mondanità dello spettacolo. Negli ultimi anni della sua carriera, si è ritirato completamente, lasciando che fosse solo la sua musica a parlare. Un’esistenza vissuta in un equilibrio precario tra il desiderio di comunicare e il bisogno di starsene per conto suo.
La solitudine nelle canzoni di Battisti
Ascoltando le sue canzoni, ci si accorge subito che la solitudine non è solo una presenza occasionale, ma un tema ricorrente. Non è mai banale, mai scontata: è sofferta, dolce, desiderata e temuta allo stesso tempo. È quella dell’innamorato abbandonato, dell’uomo che cerca risposte e non le trova, del sognatore che si rifugia nei suoi pensieri.
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“I giardini di marzo” – Il peso del passato
Nel celebre brano I giardini di marzo, la solitudine è quella del tempo che passa, dei sogni infranti e delle illusioni perdute. La voce malinconica di Battisti accompagna un testo che parla di povertà, di speranze tradite e di un destino che sembra già scritto.
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“E penso a te” – La solitudine dell’amore distante
Un telefono che non squilla, una persona lontana che riempie i pensieri ma non il presente. E penso a te è la canzone di chi è solo anche in mezzo alla gente, di chi vive in una relazione fatta più di assenze che di presenze.
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“Ancora tu” – La solitudine della nostalgia
Non c’è solitudine più crudele di quella di chi incontra di nuovo un amore che pensava di aver dimenticato. Ancora tu racconta il ritorno di un passato che scompiglia il presente, lasciando il protagonista in balia di emozioni contrastanti.
8 frasi sulla solitudine di Lucio Battisti
- “Uscir dalla brughiera di mattina dove non si vede a un passo per ritrovar se stesso… Capire tu non puoi…”
- “Dove vai quando poi resti sola?“
- “Anche per te vorrei morire ed io morir non so”
- “Si può tacere senza dare il silenzio come spiegazione.”
- “E invece io resto sul molo a guardare lo sfondo del mare più in là e affido ai gabbiani i paesi lontani e il profumo di una vita che non sarà.”
- “Ma perché adesso senza te mi sento come un sacco vuoto, come un coso abbandonato?”
- “Come aeroplani nella nebbia io e te disperatamente cerchiamo un campo d’atterraggio in noi.”
- “Sai che non si è mai la propria vita, la tua ti serve appunto per certezza, tu vivi e lasci vivere te stessa.”
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