Charles Bukowski non credeva nelle favole. Non credeva nei finali perfetti, nelle esistenze ordinate e nei grandi discorsi filosofici sulla ricerca della felicità. Per lui, la vita era una lotta, una bottiglia di whisky da finire prima che qualcun altro te la strappi di mano, un pugno nello stomaco che impari a incassare ridendo. Eppure, proprio nel suo nichilismo brutale e sfrontato, nelle sue poesie sporche di vita vera, ha saputo parlare del senso dell’esistenza con una sincerità che pochi altri scrittori hanno mai raggiunto.
Vivere è sopravvivere (e divertirsi un po’)
Bukowski non era un filosofo accademico, ma un filosofo della strada. Il suo pensiero sulla vita si fondava su un principio essenziale: bisogna sopravvivere, ma non come automi. La vita è una battaglia continua, spesso ingiusta e crudele, ma non per questo priva di momenti di bellezza, anche se nascosta nei bar di periferia o nei piccoli attimi di ribellione.
Il suo invito implicito era quello di non prenderci troppo sul serio. Vivere significava accettare la sconfitta, ridere dei propri fallimenti e bere un altro bicchiere mentre il mondo va a rotoli. Bukowski non cercava la verità assoluta, ma il piacere immediato, la libertà di essere se stessi senza maschere.
L’illusione del “senso”
Noi esseri umani abbiamo un disperato bisogno di dare un senso alla nostra esistenza. Ci aggrappiamo a religioni, ideologie, amori impossibili, carriere, sogni che spesso si rivelano solo castelli di sabbia. Bukowski, con il suo inconfondibile sarcasmo, ci ricorda che la vita non ha un senso intrinseco, e forse proprio in questo sta la sua bellezza.
Anziché disperarsi cercando risposte definitive, il vecchio Charles suggerisce di abbracciare il caos: fare quello che ci piace, evitare di prenderci troppo sul serio e, se possibile, trovare qualcosa che ci accenda l’anima, fosse anche solo scrivere poesie di notte con una bottiglia accanto.
Cosa dà davvero un senso alla vita?
Anche se Bukowski amava demolire le illusioni, sapeva che alcuni elementi della vita avevano il potere di renderla degna di essere vissuta:
- l’arte e la creatività: per lui, scrivere non era solo un passatempo, ma una necessità vitale, una forma di ribellione contro il nulla;
- il sesso e il piacere: per Bukowski, l’amore romantico era un’illusione, ma il piacere fisico restava una delle poche gioie autentiche;
- la libertà: vivere senza padroni, senza imposizioni, senza preoccuparsi troppo di cosa pensa la gente;
- l’ironia: saper ridere della vita, dei suoi orrori e delle sue assurdità è forse l’unico vero superpotere umano.
14 frasi di Charles Bukowski sulla vita
- “La vita ti fa venire voglia di bere.”
- “Il problema di questo mondo è che le persone intelligenti sono piene di dubbi, mentre le persone stupide sono piene di sicurezza.”
- “A volte ti alzi dal letto la mattina e pensi: ‘Non ce la farò’, ma poi ridi dentro, ricordando tutte le volte che ti è capitato di pensarlo.”
- “La verità profonda della vita è che la maggior parte delle persone morirebbe prima di pensare. In effetti, ci riescono.”
- “La vita non è facile. Ma io dico: se hai un po’ di fortuna, è una fortuna esserci.”
- “Ci sono volte in cui la vita è solo una questione di sopravvivenza.”
- “Non essere giù perché la tua vita è miserabile, non c’è bisogno di essere tristi. Guarda la vita negli occhi e ridi di essa.”
- “Alcune persone non impazziscono mai. Che vite veramente orribili devono condurre.”
- “Non mi sento solo. Mi piacciono gli esseri umani, ma non sopporto la loro compagnia per più di qualche ora.”
- “Sai, ho letto tante cose su come la vita sia breve. Ma da dove sto io, la vita è la cosa più lunga che abbiamo.
- “Al mondo non importa di te. Devi cavartela da solo.”
- “Trova ciò che ami e lascia che ti uccida.”
- “L’anima libera è rara, ma quando la incontri la riconosci: soprattutto perché provi un senso di benessere vicino a lei.”
- “Non c’è niente di peggio che troppo tardi.”
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