Il 21 aprile 2016 il mondo ha perso uno dei suoi artisti più eclettici, visionari e imprevedibili: Prince Rogers Nelson, in arte semplicemente Prince. Un nome breve, ma sufficiente a scuotere l’intera storia della musica. Cantautore, polistrumentista, produttore, ballerino e provocatore nato, Prince non era solo un artista: era una dichiarazione di stile, una sfida vivente alle etichette. Con la sua chitarra in una mano e un trench di lamé nell’altra, ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo con hit come Purple Rain, Kiss, When Doves Cry, 1999 e Cream. La sua musica mescolava funk, rock, R&B, pop e psichedelia come se fosse un cocktail servito in un club di Minneapolis… alle 4 del mattino, con i glitter ancora negli occhi.
Più che un cantante: un essere umano ad alto voltaggio
Prince non si è mai accontentato di “stare alle regole”. Quando la sua casa discografica cercò di mettergli dei limiti, lui rispose… cambiando nome. Per un periodo si fece chiamare con un simbolo impronunciabile (ricordi quel famoso “Love Symbol”?) e si presentava come “The Artist Formerly Known As Prince” (L’artista precedentemente noto come Prince). Un gesto da genio o da pazzo? Probabilmente entrambi. Ma come disse lui stesso:
“Non mi interessa cosa pensate di me. Io so chi sono.”
Prince e la vita: uno show da vivere a volume massimo
Per Prince, la vita era una cosa seria… ma anche no. La considerava un’esperienza sacra, un’opera d’arte in continua evoluzione, una danza sensuale da fare sotto la pioggia viola. Non voleva solo vivere: voleva essere vivo.
Secondo lui, la vita non era fatta per essere sopportata, ma celebrata, gustata, gridata, ballata.
Durante i suoi concerti, tra una schitarrata e un falsetto, non mancava mai di lanciare al pubblico piccole perle di filosofia personale. “Non aspettare il permesso per essere te stesso”, diceva. Oppure: “La vita è troppo breve per imitare qualcun altro”. E poi lo dimostrava, scendendo dal palco in tutina aderente e stivali a spillo come se fosse la cosa più normale del mondo.
Il lato segreto e divertente di Prince
Dietro l’immagine da divinità pop, Prince era anche pieno di sorprese. Era molto spirituale, vegetariano e seguiva i Testimoni di Geova (andava pure a suonare ai campanelli per evangelizzare… immagina aprire la porta e trovarci Prince!).
Era anche un appassionato di basket… nonostante fosse alto solo 1.58 m.
C’è una celebre scena raccontata da Charlie Murphy (fratello di Eddie Murphy) in cui Prince, dopo una jam session notturna, sfidò un gruppo di amici a basket e li distrusse in campo, ancora vestito con la camicia di seta e i tacchi alti.
Otto anni dopo la sua morte, Prince resta una fonte inesauribile di ispirazione. Per chi vuole vivere fuori dagli schemi, per chi sogna a colori, per chi sa che la vita è troppo breve per vestirsi in beige.
E oggi, che cosa ci direbbe Prince? Forse qualcosa tipo: “Smetti di leggere e vai a ballare. La vita non aspetta!”.
E se mentre lo fai metti su Purple Rain o I Would Die 4 U, sappi che, da qualche parte lassù, Prince sta sorridendo… con un trench dorato e una Stratocaster in mano.
12 frasi di Prince sulla vita
- “La vita è solo una festa, e le feste non sono fatte per durare.”
- “Una forte anima raggiunge sempre il suo obiettivo.”
- “La vita è solo un gioco, e l’amore è la posta in palio.”
- “Non si tratta di quanto vivi, ma di come vivi.”
- “La musica può curare, può salvare la vita. È questa la mia missione.”
- “Non permettere a nessuno di dirti come vivere la tua vita. Sii te stesso, sempre.”
- “Il tempo è un trucco. Dio ci ha dato la vita, non un orologio.”
- “La vita è come un film. Assicurati che la colonna sonora sia epica.”
- “Non morire mai senza aver detto quello che devi dire.”
- “Essere cool significa sapere chi sei e non doverlo dimostrare a nessuno.”
- “La libertà è vivere come se il giudizio non esistesse.”
- “Non sono strano. Sono limitato a quello che il vostro cervello può comprendere.”
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