Simone Cristicchi: “Ho preso fuoco mentre ero con una motosega”, ma la testa l’ha persa solo per la madre anziana

Simone Cristicchi torna sul palco del Festival di Sanremo con il suo nuovo brano Quando sarai piccola, un pezzo intimo e profondo dedicato a un tema che non si può trattare senza guanti di velluto: la cura e la trasformazione della madre anziana. A fare da contorno a questa potente ballata c’è una storia di vita vissuta che coinvolge anche un incidente domestico davvero “caldo”. Ma non preoccupatevi, la testa che ha perso Cristicchi non è quella di un motosegato!

Simone Cristicchi
Foto: www.greenme.it/lifestyle

Il ritorno di un cantautore che ha visto (troppo) da vicino il fuoco

Simone Cristicchi, l’uomo che ha portato sul palco di Sanremo canzoni come Ti regalerò una rosa e Abbi cura di me, è tornato con il suo nuovo brano Quando sarai piccola, che fa parte dell’album Dalle tenebre alla luce. Un titolo che, tra l’altro, sembra preso da una saga fantasy, ma che, invece, descrive perfettamente l’esperienza di Cristicchi con il fuoco e con le emozioni forti che attraversano la sua vita.

Se pensate che un cantautore di successo come lui non abbia nulla da raccontare, pensateci bene. Simone non solo ha scritto il suo nuovo pezzo, ma l’ha fatto dopo un’esperienza traumatica che include una motosega, un po’ di fuoco e una botta sulla testa che ha lasciato il segno. “Dopo l’incidente ho deciso che era il momento giusto per pubblicare l’album” ha dichiarato.

Una canzone che scalda il cuore… e la testa

Il brano di Sanremo Quando sarai piccola racconta una storia di tenerezza e di rabbia verso il tempo che cambia tutto. Una madre che torna bambina e il figlio che prova, con tutta la sua impotenza, a prenderla in braccio. Cristicchi, come sempre, sa come toccare le corde giuste senza diventare troppo zuccheroso. La rabbia, infatti, emerge in un verso che dice: “C’è quella rabbia di vederti cambiare”.

Ma non è tutto: la canzone parla anche di un tema delicatissimo e universale, la cura degli anziani. “Ci vuole un attimo a scadere nel patetico” ha aggiunto Cristicchi. E lui, con quella tipica sensibilità da cantautore, cerca di mantenere l’equilibrio tra la verità cruda e la dolcezza necessaria a raccontare un’esperienza che è parte di tutti.

La motosega: il motivo di un album e di una riflessione sulla vita

Per capire davvero l’origine dell’album, bisogna partire da un evento che sembra uscito direttamente da un film d’azione. Mentre Cristicchi tagliava legno con una motosega, un incidente domestico l’ha portato a un incontro ravvicinato con il fuoco. Nel panico, è anche inciampato, sbattendo la testa contro una pietra. “Fortunatamente il chirurgo ha fatto un piccolo capolavoro”, ha scherzato. In ogni caso, l’incidente lo ha spinto a riflettere sulla vita e sul tempo che non aspetta.

Un po’ di luce nell’oscurità del mondo

In un’epoca di solitudine epidemica e caos geopolitico, Cristicchi non ha solo pensato alla sua musica, ma ha anche riflettuto sull’importanza delle relazioni umane. Secondo lui, se non resistiamo al disastro che ci circonda, rischiamo di soccombere al nulla. È un grido di speranza, il suo. La musica è quella piccola scintilla di luce nell’oscurità, e lui ci crede fermamente. Dunque, avanti con la musica, perché se è vero che il mondo è impazzito, almeno possiamo salvarci a suon di canzoni.

Il cantautorato torna a Sanremo grazie a Carlo Conti

Il Festival di Sanremo, un po’ come la trama di un film che non finisce mai, ha visto il ritorno dei cantautori grazie a Carlo Conti. “Ci siamo sentiti un po’ come una riserva indiana“, ha detto Cristicchi, felice di tornare a calcare il palco con una nuova generazione di artisti che, come lui, continuano a portare la bandiera di chi ha insegnato loro a scrivere canzoni. Dunque, grazie Carlo Conti, per aver riportato a Sanremo i cantautori, che nonostante la motosega, sono riusciti a non farsi tagliare la testa… almeno metaforicamente.