Il sacrificio di un "martire"

Il sacrificio di un "martire"
27 giugno 2013
Nonostante i timori legittimi di Napolitano per la fragilità del governo, che adesso deve gestire in qualche modo la condanna di Berlusconi, il Silvio nazionale ribadisce il suo sostegno, e quello del Pdl, al Governo Letta. La domanda però sorge spontanea: com'è possibile che una persona condannata a 7 anni di carcere e all'interdizione a vita dai pubblici uffici circoli ancora liberamente? La giustificazione del Cavaliere è che i due piani - governo e processi - viaggiano su binari paralleli e distinti e che l'appoggio del Pdl all'esecutivo è legato esclusivamente alla realizzazione del programma economico necessario per salvare il Paese dallo spettro recessione. Voci maligne riferiscono che il Cavaliere, durante l'incontro con il Presidente, avrebbe ottenuto rassicurazioni sul piano personale e politico, giusto per alleggerire il peso di questa brutta avventura, ma Alfano, prontamente, smentisce (e se lo dice lui... ). Il Berlusca nel frattempo accarezza la suggestione di proporsi più che mai come "un martire", per usare una delle sue espressioni preferite, suggerendo che, alla fin fine, "anche Mandela è stato in carcere"...
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