Professione molesta
“Un atto sessuale reciproco e soddisfacente è di notevole beneficio per la donna in generale, il suo magnetismo è salutare. Quando non è voluto da parte della donna e lei non risponde, non dovrebbe avvenire. La sottomissione del suo corpo senza amore o desiderio degrada la sottile sensibilità della donna, nonostante tutti i certificati di matrimonio della terra certifichino il contrario.”Margaret Sanger
Il Ministero dell’Interno definisce molestia sessuale sul lavoro “ogni comportamento indesiderato a connotazione sessuale o qualsiasi altro comportamento basato sul sesso che offenda la dignità delle donne e degli uomini nel mondo del lavoro ivi inclusi atteggiamenti male accetti di tipo fisico, verbale o non verbale”.
Secondo l’Istat sono un milione 224mila le donne tra i 15 e i 65 anni che hanno subito molestie o ricatti sessuali nell’arco della loro vita lavorativa. Un dato pari all’8,5 per cento delle lavoratrici attuali o passate, incluse le donne in cerca di occupazione. Sono ancora troppe le donne che decidono di non denunciare il fatto, complice la paura di ripercussioni e di perdere il posto di lavoro. Ma che valore ha la dignità? Quanto conta nella nostra vita? Siamo disposti a far valere i nostri diritti e difendere il nostro spazio personale fino in fondo?
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