Tra rivoluzionari e pettinatori di pecorelle
“Un cristiano se non è rivoluzionario, non è un cristiano. Non capisco le comunità cristiane che sono chiuse in parrocchia. Uscire per annunziare il Vangelo. [...] A noi cristiani il Signore ci vuole pastori e non pettinatori di pecorelle.”Papa Francesco
In occasione dell'apertura del Convegno Ecclesiale della diocesi di Roma, alla presenza di molti fedeli che urlavano "Viva il Papa!", Francesco disquisisce a braccio sulla figura di Gesù come vero rivoluzionario della storia. Al pari di Copernico, Gutenberg o Che Guevara per intendersi. E usa espressioni che fanno sorridere, e che al pubblico italiano non sono nuove perché evocano leopardi da smacchiare o bambole da pettinare. Lungi da un parallelismo con la classe dirigente italiana, Papa Francesco sembra davvero un rivoluzionario. Infrange protocolli, saluta fedeli personalmente e si allontana dall'aula del Convegno non uscendo dalla porta designata. Piccoli gesti, che non lo fanno assomigliare affatto ad un "pettinatore di pecorelle".
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“La neutralità dei media è solo apparente: solo chi comunica mettendo in gioco se stesso può rappresentare un punto di riferimento. Il coinvolgimento personale è la radice stessa dell’affidabilità di un comunicatore.”
“I valori (o i non-valori) della corruzione integrano una vera cultura, con capacità dottrinale, linguaggio proprio, maniera di procedere peculiare. È una cultura di pigmeizzazione, in quanto convoca proseliti con il fine di abbassarli al livello di complicità ammesso.”
“Per un mondo in trasformazione c’è bisogno di una Chiesa rinnovata e trasformata dalla contemplazione e dal contatto personale con Cristo, per la potenza dello Spirito. ”
“La famiglia rimane sempre la cellula della società, e il luogo primario dell’educazione. E’ la comunità d’amore e di vita in cui ogni persona impara a relazionarsi con gli altri e con il mondo; e grazie alle basi acquisite in famiglia è in grado di proiettarsi nella società, di frequentare positivamente altri ambienti formativi, come la scuola,...” (continua)(continua a leggere)