“Fare del confine un elemento di unione anziché di divisione.”

COMMENTO DELL'AUTORE DELLA FRASE: La frase nasce in un contesto di pratica del Tàijíquán, arte marziale cinese "interna". Le arti "Interne" (nèi jiā) si distinguono da quelle "esterne" (wài jiā) in quanto sviluppano il concetto di relazione anziché di reazione. E' il motto utilizzato nella nostra scuola. Le cose si possono sempre vedere sotto due aspetti e questo può determinare un conflitto, nella cultura occidentale è ricorrente la visione che divide anziché quella che unisce, non a caso il muscolo principale, atto alla respirazione, che dovrebbe unire mente e corpo, si chiama diaframma che è uno strumento di divisione. L'auspicio è che un giorno l'uomo possa vedere i confini, che oggi dividono le nazioni e gli stati, trasformati in elementi di comunicazione aperta e di riunione. Come l'insieme delle diversità degli strumenti di un orchestra sanno produrre una musica armonica, lo stesso ci auspichiamo sappia un giorno fare la specie umana.

Maurizio Gandini