Tutte le frasi di Benedetta Tobagi
“Dove c’è stata devastazione, il racconto ricostruisce una forma, ritesse i fili, ristabilisce i collegamenti spezzati. Il racconto è zattera in mezzo al naufragio, arca di Noè dopo il diluvio, tenerezza al posto dell’orrore, voce anziché silenzio, giustizia contro la violenza, ordine nel caos, argine all’oblio. La vita continua nel tempo del...” (continua)(continua a leggere)
“Penso a te ogni giorno. Ogni mattina, quando apro i quotidiani, ogni volta che mi entusiasmo per qualcosa, quando devo prendere una decisione importante. Sono tante le cose che vorrei dirti, dovrei riempire un altro libro con tutto quello che ho dentro.”
“Il male senza pensiero è il piú pericoloso di tutti, perché è un male senza radici, dunque impossibile da sradicare.”
“Per i piú, il lavoro è un mezzo di redenzione e di elevamento … aspirazione a farsi strada per le proprie capacità. … L’impegno di chi entrerà tra non molto nella società del lavoro è proprio questo. Stabilire un’effettiva giustizia nell’interno del nostro sistema. Senza volerlo rovesciare. Perché al di fuori di esso non si sta certo meglio. …...” (continua)(continua a leggere)
“Il tempo è diverso, per i sopravvissuti. Il presente è sempre un dopo. La violenza – inaudita, insensata, improvvisa – spezza l’ordine naturale delle cose. Quando c’è la morte non ci siamo noi. Fin quando non accade accanto a te, oppure qualcuno prova a distruggerti, o, addirittura, entrambe le cose. Dopo, la morte siede al tavolo e non si alza...” (continua)(continua a leggere)
“La gente non si ricorda. Oppure, se delle stragi una memoria resta, è qualcosa di distante, un soprammobile ingombrante e polveroso in un mausoleo. Qualcosa che non c’entra con il mondo che abitiamo, astratto e muto agli occhi di chi lo sfiora, si commuove o s’indigna un momento e poi, distratto, passa oltre.”
“Non c’è alcun dubbio: la bomba l’hanno messa loro. Chi siano, poi, questi fascisti, è molto meno chiaro.”
“Il sopravvissuto abita il tempo negato a un altro essere umano. Dopo, custodisce in segreto domande impronunciabili. Perché sono vivo? Perché lui, lei, loro, e non io? Perché io? Occupiamo come abusivi uno spazio pieno di assenza. L’orologio col vetro rotto si ferma, mentre altre lancette continuano a segnare il tempo. Tu vivi ancora – lui, lei,...” (continua)(continua a leggere)
“Leggete quello che vi appassiona, sarà l’unica cosa che vi aiuterà a sopportare l’esistenza.”
“E' la responsabilità per le mie parole e le mie azioni che fa di me una persona libera.”
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