Tutte le frasi di Gordiano Lupi
- Dal libro: Calcio e acciaio
“Emigranti. Pure noi siamo stati un popolo di emigranti. Sembra che nessuno se ne ricordi. Il nonno di Giovanni aveva disegnato santini e angeli per biglietti di auguri, volti di donne lontane per cartoline d’amore, cavalli dalle briglie sciolte che prendevano il volo verso patrie dimenticate. Non aveva mai smesso di coltivare un’abitudine...” (continua)(continua a leggere)
- Dal libro: Miracolo a Piombino
- Dal libro: Miracolo a Piombino
“Marco sapeva che certe giornate non sarebbero più tornate, la sua adolescenza avvelenata stava morendo, ci sarebbero stati i ricordi, per fortuna, un patrimonio di sogni e speranze che nessuno poteva distruggere. Marco restava un’isola nell'oceano della solitudine, uno scoglio sconvolto dai marosi della tempesta.”
- Dal libro: Miracolo a Piombino
Marco si sentiva uno scoglio sperduto nell'oceano dell’umanità. Quando si sentiva infelice, scriveva. Proprio come cantava Guccini. "Se son d’umore nero allora scrivo/, scavando dentro alle nostre miserie/, di solito ho da far cose più serie/, costruir su macerie/, o mantenermi vivo". Mantenersi vivo. Non era così facile. Costruire su macerie.... (continua)(continua a leggere)
- Dal libro: Miracolo a Piombino
“Marco era una piccola isola perduta nell’oceano dell’umanità, ma era un’isola che stava sprofondando e nessuno era in grado di fare qualcosa per impedirlo. Fiorivano le stelle nei suoi sentieri di cielo, azzurro cupo come un pensiero triste, mentre per le strade del centro storico, proprio vicino al mare, si rincorrevano gatti e parole del...” (continua)(continua a leggere)
- Dal libro: Miracolo a Piombino
- Dal libro: Miracolo a Piombino
“Marco aveva riempito quaderni su quaderni di brutte poesie, ma dentro quelle scarne parole c’era tutto quello che lui era stato, quello che avrebbe voluto abbandonare, quel che stentava a dimenticare.”
- Dal libro: Miracolo a Piombino
“Avrebbe voluto un bacio per dissolvere tristezze, un pensiero dove cullarsi come in un’amaca tesa tra due pini marittimi, sulla spiaggia della sua fanciullezza. I sogni della gioventù lo abbandonavano con la stanchezza dolce, molle come un soffio di scirocco, con l’aria tiepida di giugno, di un giugno solitario tra abiti colorati e pantaloni corti.”
- Dal libro: Calcio e acciaio
“Quando la realtà non è come la vogliamo si finisce per rifugiarsi nel passato.”
- Dal libro: Calcio e acciaio
“Giovanni non ha dimenticato. Lo sa che non deve rinunciare ai sogni, in ogni momento della vita ce ne sono, pure quando tutto sembra finito.”
- Dal libro: Calcio e acciaio
“Giovanni è l´ultimo erede di una stirpe di campioni, cresciuta sotto il sole dello Stadio Magona, all´ombra dei pini marittimi e dei pitosfori profumati di salsedine nel golfo di Baratti. Per questo è tornato a casa. Ritrovare i luoghi dove è cominciato il sogno e accorgersi che non sono cambiati.”
- Dal libro: Calcio e acciaio
“Non è cambiata tanto la mia città, in fin dei conti si vive ancora come un tempo. C’è lo stesso corso, ci sono i cinema del centro, pure se hanno aperto i multisala, ci sono tanti bar e friggitorie, anche se parecchi parlano lingue straniere, vendono kebab, hamburger, roba così, che io mica la comprendo. Hanno chiuso le vecchie sale giochi,...” (continua)(continua a leggere)
- Dal libro: Calcio e acciaio
“Mi trovo spesso a pensare che siamo i protagonisti di una storia che sta finendo, confinati in un angolo d’ombra, viviamo del nostro passato, piangiamo sulla nostra vita.”
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