Frasi di “Totò e Peppino divisi a Berlino”
(1962)Titolo Totò e Peppino divisi a Berlino
Anno 1962
Regista Giorgio Bianchi
Genere Commedia
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Regista Giorgio Bianchi
Genere Commedia
Trama – Antonio La Puzza si trasferisce in una Berlino divisa dal muro per cercare Giuseppe Pagliuca, ma finisce suo malgrado per vestire di fronte ad un tribunale americano i panni di un militare nazista a cui assomiglia molto, l'ammiraglio Attila Canarinis. Una volta trovato l'amico Peppino, i due diventano fuggiaschi agli occhi degli americani e dei sovietici e dopo una serie di vicissitudini riusciranno a passare oltre il muro, finendo nella zona ovest.
Tutti gli attori – Totò, Peppino De Filippo, Nadia Sanders, Luigi Pavese, Peter Dane, Renata Monteduro, Dante Maggio, Carlo Pisacane, Robert Alda, John Karlsen, Renato Terra, Michele Titov, Nino Vingelli
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“Sono finito sul banco degli amputati.”
“La smorfia la porto sempre meco, la so a memoria. Caciocavallo fa 54, due caciocavalli fanno 108.”
“Ehi vostro onore! Salutame a soreta!”
“In Germania occorre farsi pagare in marchi pesanti... in marconi.”
“Anto' sei ladro. Io ti temo!”
“San Gennaro a Berlino! Oh, San Gennario mio, che piacere mi ha fatot vederti, San Gennaro mio bello, anche tu emigrante, vuol dire che anche tu hai attraversato l'Alto Adige. Ma che gioia trovare un compaesano all'estero! Mi fa un piacere pazzo. San Gennaro, quanto sei caro, tra compaesani... Ma sono stupido a parlarti in italiano, siamo in...” (continua)(continua a leggere)
“Indicazioni stradali a Berlino: excuse mi, s'il vù plè, questa strass, ove trovass?”
“Sono Antonio La Puzza, vedovo Nardecchia, classe 1910 e rotti.”
“Il napoletano lo si capisce subito da come si comporta, da come riesce a vivere senza una lira.”
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