E il giardino creò l'uomo: Un manifesto ribelle e sentimentale per filosofi giardinieri
Titolo: E il giardino creò l'uomo: Un manifesto ribelle e sentimentale per filosofi giardinieri
Titolo originale: The Lost Garden
Autore:Jorn De Précy
Anno di prima pubblicazione: 1912
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Autore:Jorn De Précy
Anno di prima pubblicazione: 1912
Frasi di “E il giardino creò l'uomo: Un manifesto ribelle e sentimentale per filosofi giardinieri” 7 citazioni
“Non sono filosofo, ma questo so: nel nostro tempo troppo pieno di sé e delle sue conquiste, in questa nostra società in cui sembra che il destino di qualsiasi attività sia generare ricchezza, soddisfare desideri perlopiù superflui, abbiamo dimenticato un bisogno, tanto essenziale quanto mangiare o bere: abitare un mondo dotato di senso. Parlo...” (continua)(continua a leggere)
“Il tempo del giardino è dunque quello della vita. Non ci spinge in avanti, come il tempo meccanico che ormai governa le nostre esistenze, perché un vero luogo ci radica sempre nel tempo presente, qui e ora. Non vi sono scopi da ottenere, né obiettivi da raggiungere, perché la vita ha un solo fine: se stessa. E lo stesso la bellezza, che nasce...” (continua)(continua a leggere)
“Ritrovare questa vita, la vera vita, e questo tempo della natura che è anche il nostro vero tempo, il tempo che conosce il nostro corpo animale: ecco cosa ci spinge ad aprire il cancello di un giardino e a entrarvi, ogni volta come se ci accingessimo a entrare in un mondo a parte sepolto dentro di noi.”
“Nella nostra epoca di sradicamento e nomadismo, il flagello del turismo non può che dilagare. Oggigiorno la clientela della celebre agenzia di viaggi Cook è costituita unicamente da borghesi ammalati di irrequietudine, ma cosa accadrà quando tutti, compresi i meno benestanti, disporranno dei mezzi per concedersi questo surrogato del viaggiare...” (continua)(continua a leggere)
“All'opposto del sistema capitalistico, che necessita di una crescita costante per sopravvivere e che richiede sforzi infiniti agli uomini che vi sono sottomessi, il mondo naturale cresce spontaneamente e basta a se stesso in un lento, dolce, eterno presente. Questa è la lezione del mondo vegetale.”
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