Educazione siberiana
Frasi di “Educazione siberiana” 46 citazioni
- La trovi in Altre frasi d'Amore
“Una lingua gentile taglia e colpisce meglio di ogni coltello.”
- La trovi in Forze dell'ordine
- La trovi in Cura del corpo
- La trovi in Ragione e Sentimento
“Ho vissuto la mia vita come un lupo degno, ho cacciato molto e ho diviso con i miei fratelli tante prede, cosí adesso sto morendo felice. Invece tu vivrai la tua vita nella vergogna, da solo, in un mondo a cui non appartieni, perché hai rifiutato la dignità di lupo libero per avere la pancia piena. Sei diventato indegno. Ovunque andrai, tutti ti...” (continua)(continua a leggere)
“Nella comunità siberiana s’impara a uccidere da piccoli. La nostra filosofia di vita ha un rapporto stretto con la morte, ai bambini viene insegnato che il rischio e la morte sono cose legate all’esistenza, e quindi togliere la vita a qualcuno o morire è una cosa normale, se c’è un motivo valido. Insegnare a morire è impossibile, perché una...” (continua)(continua a leggere)
- La trovi in Malattia
“La gatta non partorisce quando vuole, ma quando arriva il suo tempo.”
- La trovi in Carriera
“Chi non rischia, non beve champagne.”
- La trovi in Criminali
“Nella Russia di adesso non si sa quasi niente dell’esilio dei siberiani in Transnistria, qualcuno ricorda i tempi della collettivizzazione comunista, quando per il Paese passavano i treni pieni di povera gente che veniva spostata da una parte all’altra per ragioni note solo al governo. Nonno Kuzja diceva che i comunisti avevano pensato di...” (continua)(continua a leggere)
- La trovi in Guerra e Pace
- La trovi in Libertà
“Il concetto della libertà è sacro per i siberiani.”
- La trovi in Guerra e Pace
“E' stata una sensazione quasi fisica, quando attraverso il tuo corpo ti rendi conto che certe idee, fantasie, comportamenti, non li riavrai mai piú, per colpa del peso che ti è caduto sulle spalle.”
“Facevano gruppo solo per combinare guai e per divertirsi, ma quando arrivava il momento di pagare i conti ognuno se ne andava per la sua strada.”
“Siamo stati intorno al fuoco tutta la notte, fino all’alba, a guardare come le scintille e i pezzi di cenere diventati polvere si alzavano nell’aria, mischiandosi con le leggere sfumature del mattino che stava portando un altro, nuovo giorno. Io ridevo e raccontavo anch’io qualche storia, ma ero pieno di un sentimento nuovo, paragonabile a una...” (continua)(continua a leggere)
- La trovi in Cristianesimo
“Quello che mi piaceva di quell’ambiente, per quanto violento e brutale potesse essere, era che non c’era posto per bugie e menzogne, sceneggiate e buffonate: era assolutamente vero e involontariamente profondo. La verità, voglio dire, aveva un aspetto naturale, spontaneo, e non coltivato, fatto apposta: la gente era veramente umana.”
- La trovi in Cristianesimo
“Per via dei nostri vecchi eravamo sicuri di essere nel giusto. «Piangano quelli che ci vogliono male, – pensavamo, – perché Dio è con noi»: avevamo mille modi tutti particolari per giustificare le nostre violenze e i nostri comportamenti.”
“M’interessavano i soggetti non solo per motivi legati alla tradizione criminale, ma anche per il loro valore artistico. Già nella fase di studio dei disegni, ho cominciato a chiedermi e a chiedergli perché ogni tatuaggio non poteva essere inteso esclusivamente come un’opera d’arte, piccola o grande che fosse. Per la sua filosofia, il tatuaggio...” (continua)(continua a leggere)
- La trovi in Problemi e Soluzioni
“Noi ragazzi del quartiere Fiume Basso venivamo chiamati da tutti gli altri «Educazione siberiana».”
“Sono passato attraverso tante esperienze e storie diverse, ho cercato di fare della mia vita quello che credevo giusto, ma sono ancora tanto incerto su molte cose che fanno girare questo mondo. Soprattutto, piú vado avanti piú mi convinco che la giustizia è sbagliata come concetto, almeno quella umana.”
“Tanta gente cerca disperatamente quello che non è capace di trattenere e di capire, per questo è piena di odio e sta male per tutta la vita.”
- La trovi in Egoismo e Altruismo
“Sulla faccia gli era rimasta un’espressione di paura e dolore che non gli avevo mai visto prima. La sua maglietta con le colombe era bucata dai proiettili e piena di sangue. Teneva il suo cappello da macchinista ancora stretto tra le mani. La posizione del corpo era scioccante: per morire si era messo come i neonati, le ginocchia al petto,...” (continua)(continua a leggere)
“Era arrabbiato ed era un brutto segno, perché quando Mel si arrabbiava finiva che ci picchiavamo, e siccome era quattro volte piú grosso di me io le prendevo sempre. L’ho steso una sola volta in vita mia, ma avevamo poco piú di sei anni: l’ho picchiato con un bastone aprendogli una ferita in testa, approfittando del fatto che era rimasto...” (continua)(continua a leggere)
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