Racconto di due città
Titolo: Racconto di due città
Titolo originale: A Tale of Two Cities
Autore:Charles Dickens
Anno di prima pubblicazione: 1859
Acquista questo libro suTitolo originale: A Tale of Two Cities
Autore:Charles Dickens
Anno di prima pubblicazione: 1859
Contenuto: Il ritratto avvincente di Charles Dickens delle conseguenze del terrore e del tradimento, dell'amore e del sacrificio supremo continua ad affascinare i lettori di tutto il mondo.
Quando le masse francesi affamate si sollevano con odio per rovesciare un governo corrotto e decadente, sia i colpevoli che gli innocenti diventano vittime della loro rabbia frenetica. Ben presto nulla ostacola l'agghiacciante figura che arruolano per la loro causa: La Guillotine, la nuova invenzione per tagliare teste in modo efficiente.
Quando le masse francesi affamate si sollevano con odio per rovesciare un governo corrotto e decadente, sia i colpevoli che gli innocenti diventano vittime della loro rabbia frenetica. Ben presto nulla ostacola l'agghiacciante figura che arruolano per la loro causa: La Guillotine, la nuova invenzione per tagliare teste in modo efficiente.
Frasi di “Racconto di due città” 5 citazioni
“Era il tempo migliore e il tempo peggiore, la stagione della saggezza e la stagione della follia, l'epoca della fede e l'epoca dell'incredulità, il periodo della luce e il periodo delle tenebre, la primavera della speranza e l'inverno della disperazione. Avevamo tutto dinanzi a noi, non avevamo nulla dinanzi a noi.”
“Ufficiali della milizia senza un’ombra di scienza militare; ufficiali navali senza alcuna idea d’una nave, ufficiali civili senza alcuna nozione degli affari; ecclesiastici dalla faccia di bronzo, della peggiore mondanità terrena, dagli occhi sensuali, dalla lingua licenziosa e dalla vita ancora più licenziosa; tutti assolutamente incapaci nelle...” (continua)(continua a leggere)
“Non esisteva spettacolo più triste sul quale sorgere che quello di un uomo di buone qualità e buoni sentimenti, incapace di indirizzarli, incapace di aiutarsi e di rendersi felice, un uomo sensibile, succube della propria sorte avversa e rassegnato a farsi da essa divorare.”
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