Ricordi di un vicolo cieco
Titolo: Ricordi di un vicolo cieco
Titolo originale: Deddoendo no omoide
Autore:Banana Yoshimoto
Anno di prima pubblicazione: 2003
Acquista questo libro suTitolo originale: Deddoendo no omoide
Autore:Banana Yoshimoto
Anno di prima pubblicazione: 2003
Frasi di “Ricordi di un vicolo cieco” 17 citazioni
- La trovi in Famiglia
“Potrei persino custodire il tempo di quel giorno in un cofanetto come l’oggetto più prezioso della mia vita.”
- La trovi in Libertà
“Per me la felicità è essere libero. È una sensazione di energia che mi cresce dentro, e mi dà l’impressione di poter andare dovunque.”
“Dove andare e cosa fare non è importante, purché io mi senta in forma. Per me la felicità è questo: non il fatto di andare davvero da qualche parte, ma sentire questa energia che sale.”
“Pensare che una persona, solo perché sta sempre in casa e non si muove molto, o perché fa una vita regolare e a vederla sembra tranquilla, è una persona semplice, chiusa e limitata anche internamente, riflette una mentalità incredibilmente meschina. Però la maggior parte delle persone ragiona così. Anche se il cuore ha la potenzialità di...” (continua)(continua a leggere)
“Ci sono talmente tanti che non provano neanche a immaginare quale tesoro giace addormentato dentro le persone.”
“Basta che lui ci sia, non importa che sia mio, proprio come i grandi alberi nei parchi, alla cui ombra riposano tutti e non appartengono a nessuno.”
“Quei giorni in cui non mi aspettavo niente da nessuno e non avevo nessuno scopo, per caso si erano illuminati di una luce speciale.”
- La trovi in Felicità
“La felicità arriva all’improvviso, indipendentemente dalla situazione e dalle circostanze, tanto da sembrare spietata. In qualsiasi condizione, e con chiunque ti trovi. Non puoi prevederla in nessun modo.”
“Nel mondo ognuno ha un suo abisso personale. Ci sono tante sofferenze al cui confronto la tua e la mia non sono niente, e se solo potessimo sperimentarle, ne saremmo sopraffatti e moriremmo sul colpo.”
“Era stata una sensazione di felicità come quando, preparando il curry, si mettono lo yogurt avanzato per caso, le spezie e le mele, poi si esagera un po’ con le cipolle, e con una probabilità su un milione viene fuori un piatto incredibilmente squisito, e però irripetibile.”
“Era proprio questa impossibilità di fuga a rendere quei giorni stranamente felici. Me ne ero resa conto già da sola. Anche se la situazione sembrava sconfortante, rispetto alla confusione e al dubbio in cui avevo vissuto fino a poco tempo prima, il mondo, sebbene attraversato da un’acuta tristezza, mi appariva più limpido.”
“Frequentare solo persone che non conoscevo per niente mi aveva dato tranquillità, e cominciavo già a provare nostalgia per i giorni trascorsi lì. Lì non ero nessuno, e non ero nemmeno pagata per il mio lavoro, ma mi sentivo protetta da Nishiyama e, se stavo male, potevo sempre salire al primo piano e mettermi a dormire. Per quanto potessi...” (continua)(continua a leggere)
“Sin dall’inizio avevo percepito con forza che era una specie di bene pubblico, una di quelle cose di cui chiunque può godere, come una merenda, un passatempo, una fonte termale. Una di quelle cose che non suscitano eccitazione, ma che sono lì da sempre a offrire ristoro.”
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