Tempi difficili
Titolo: Tempi difficili
Titolo originale: Hard Times
Autore:Charles Dickens
Anno di prima pubblicazione: 1854
Acquista questo libro suTitolo originale: Hard Times
Autore:Charles Dickens
Anno di prima pubblicazione: 1854
Contenuto: Ambientato tra ciminiere e fabbriche, Tempi difficili di Charles Dickens è un ritratto violento dell'Inghilterra vittoriana mentre lotta con la massiccia crisi economica causata dalla rivoluzione industriale.
É considerata una satira distopica del genere vittoriano. L'importanza della propria immaginazione e i pericoli dell'industrializzazione sono due temi principali e spunti del romanzo. Secondo quanto riferito, Dickens usò il suo romanzo per offrire commenti sugli orrori a cui aveva assistito nelle fabbriche inglesi e sui problemi legati alla crescente industrializzazione e ai suoi effetti sulle persone. Era noto per usare i suoi romanzi per aiutare a far luce su varie condizioni e problemi sociali.
É considerata una satira distopica del genere vittoriano. L'importanza della propria immaginazione e i pericoli dell'industrializzazione sono due temi principali e spunti del romanzo. Secondo quanto riferito, Dickens usò il suo romanzo per offrire commenti sugli orrori a cui aveva assistito nelle fabbriche inglesi e sui problemi legati alla crescente industrializzazione e ai suoi effetti sulle persone. Era noto per usare i suoi romanzi per aiutare a far luce su varie condizioni e problemi sociali.
Frasi di “Tempi difficili” 5 citazioni
“Sappiamo quello che una macchina può fare con la precisione di una libbra/lavoro, ma neanche tutta la capacità calcolatrice del Ministero delle Finanze potrà mai dirmi la capacità di bene o di male, di amore o di odio, di fedeltà o sedizione verso lo Stato, di corruzione della virtù in vizio, o viceversa, propria di ciascuno di questi miti...” (continua)(continua a leggere)
“Gli imprenditori di Coketown, li si trattasse pure col massimo riguardo, loro andavano in pezzi con una tale facilità da far sospettare qualche difetto all’origine. Furono rovinati quando si chiese loro di mandare i bambini a scuola invece che prenderli in fabbrica; furono rovinati quando si inviarono ispettori del lavoro in fabbrica; furono...” (continua)(continua a leggere)
“Voi economisti della scuola utilitaristica, larve di insegnanti, grandi commissari dei fatti, garbati e logori infedeli, fanfaroni che propalate teorie vecchie e ammuffite, li avrete sempre con voi i poveri.”
“Tutta qui la molla di quell’arte, meccanica eppure misteriosa, per cui si educava la ragione senza abbassarsi a coltivare sentimenti o affetti. Mai immaginare.”
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