Uno, nessuno e centomila
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Contenuto: In una lettera autobiografica, pubblicata nel 1924, l'autore definisce quest'opera come la più amara di tutte, profondamente umoristica, sulla decomposizione della vita.
Vitangelo, il protagonista, scopre, attraverso una domanda del tutto irrilevante che gli fa la moglie, che tutti quelli che conosce, e tutti quelli che ha incontrato, hanno costruito nella propria immaginazione un Vitangelo che secondo lui non corrisponde all'immagine che lui ha costruito e crede di essere.
Il lettore si trova subito immerso in un gioco crudele di proiezioni confuse, specchio della realtà stessa dell'esistenza sociale, che dettano imperiosamente le proprie regole. Di conseguenza, la prima, ironica consapevolezza di Vitangelo consiste nella conoscenza di ciò che sicuramente non è. L'operazione preliminare deve quindi consistere nella dispettosa distruzione di tutte queste maschere fittizie.
Vitangelo, il protagonista, scopre, attraverso una domanda del tutto irrilevante che gli fa la moglie, che tutti quelli che conosce, e tutti quelli che ha incontrato, hanno costruito nella propria immaginazione un Vitangelo che secondo lui non corrisponde all'immagine che lui ha costruito e crede di essere.
Il lettore si trova subito immerso in un gioco crudele di proiezioni confuse, specchio della realtà stessa dell'esistenza sociale, che dettano imperiosamente le proprie regole. Di conseguenza, la prima, ironica consapevolezza di Vitangelo consiste nella conoscenza di ciò che sicuramente non è. L'operazione preliminare deve quindi consistere nella dispettosa distruzione di tutte queste maschere fittizie.
Frasi di “Uno, nessuno e centomila” 27 citazioni
“Non mi conoscevo affatto, non avevo per me alcuna realtà mia propria, ero in uno stato come di illusione continua, quasi fluido, malleabile; mi conoscevano gli altri, ciascuno a suo modo, secondo la realtà che m'avevano data; cioé vedevano in me ciascuno un Moscarda che non ero io non essendo io propriamente nessuno per me: tanti Moscarda quanti...” (continua)(continua a leggere)
- La trovi in Sogno e Realtà
“Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso.”
“Ma il guaio è che voi, caro mio, non saprete mai come si traduca in me quello che voi mi dite. Non avete parlato turco, no. Abbiamo usato, io e voi, la stessa lingua, le stesse parole. Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, ne dirmele; e io, nell'accoglierle,...” (continua)(continua a leggere)
“«Perché guardi così?» E nessuno pensa che tutti dovremmo guardare sempre così, ciascuno con gli occhi pieni dell'orrore della propria solitudine senza scampo.”
“Notiamo facilmente i difetti altrui e non ci accorgiamo dei nostri.”
“Di quei tempi ero fatto per sprofondare, ad ogni parola che mi fosse detta, o mosca che vedessi volare, in abissi di riflessioni e considerazioni che mi scavavano dentro e bucheravano giù per torto e su per traverso lo spirito, come una tana di talpa; senza che di fuori ne paresse nulla.”
- La trovi in Psicologia e Psicologi
“Tutto ciò che di noi si può immaginare è realmente possibile, ancorché non sia vero per noi. Che per noi non sia vero, gli altri se ne ridono. E' vero per loro. Tanto vero, che può anche capitare che gli altri, se non vi tenete forti alla realtà che per vostro conto vi siete data, possono indurvi a riconoscere che più vera della vostra stessa...” (continua)(continua a leggere)
- La trovi in Sogno e Realtà
“Quando uno vive, vive e non si vede. Conoscersi è morire.”
- La trovi in Corpo Umano
“M'erano passati avanti, non si mette in dubbio, e tutti braveggiando come tanti cavallini; ma poi, in fondo alla via, avevano trovato un carro: il loro carro; vi erano stati attaccati con molta pazienza, e ora se lo tiravano dietro. Non tiravo nessun carro, io; e non avevo perciò né briglie né paraocchi; vedevo certamente più di loro; ma andare,...” (continua)(continua a leggere)
“Io volevo esser solo in un modo affatto insolito, nuovo. Tutt'al contrario di quel che pensate voi: cioè senza me e appunto con un estraneo attorno. Vi sembra già questo un primo segno di pazzia? Forse perché non riflettete bene. Poteva già essere in me la pazzia, non nego, ma vi prego di credere che l'unico modo d'esser soli veramente è questo...” (continua)(continua a leggere)
“Io mi costruisco di continuo e vi costruisco, e voi fate altrettanto. E la costruzione dura finché non si sgretoli il materiale dei nostri sentimenti e finché duri il cemento della nostra volontà. E perché credete che vi si raccomandi tanto la fermezza della volontà e la costanza dei sentimenti? Basta che quella vacilli un poco, e che questi si...” (continua)(continua a leggere)
L'idea che gli altri vedevano in me uno che non ero io quale mi conoscevo; uno che essi soltanto potevano conoscere guardandomi da fuori con occhi che non erano i miei e che mi davano un aspetto destinato a restarmi sempre estraneo, pur essendo in me, pur essendo il mio per loro (un "mio" dunque che non era per me!); una vita nella quale, pur... (continua)(continua a leggere)
- La trovi in Cambiamento
“Possiamo conoscere soltanto quello a cui riusciamo a dar forma. Ma che conoscenza può essere? E forse questa forma la cosa stessa? Sí, tanto per me, quanto per voi; ma non cosí per me come per voi: tanto vero che io non mi riconosco nella forma che mi date voi, né voi in quella che vi do io; e la stessa cosa non è uguale per tutti e anche per...” (continua)(continua a leggere)
“La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l'estraneo siete voi.”
- La trovi in Corpo Umano
“Di solito, alle normali operazioni della giustizia non è da rimproverare la fretta.”
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