Zona disagio
Titolo: Zona disagio
Titolo originale: The Discomfort Zone
Autore:Jonathan Franzen
Anno di prima pubblicazione: 2006
Acquista questo libro suTitolo originale: The Discomfort Zone
Autore:Jonathan Franzen
Anno di prima pubblicazione: 2006
Contenuto: Zona disagio è la storia di Jonathan Franzen sulla crescita, che si dimena nella sua pelle ipersensibile, da "persona piccola e fondamentalmente ridicola" a un adulto con passioni forti e scomode. Sia che scriva sulle dinamiche esplosive di una comunità giovanile cristiana negli anni '70, sugli effetti della narrativa di Kafka, sulla sua prolungata ricerca per perdere la verginità o il problema della crisi di riscaldamento globale, Franzen è sempre profondamente impegnato con il mondo in cui viviamo adesso. Questo libro è un autoritratto saggio, divertente e meravigliosamente scritto da uno dei migliori scrittori americani.
Frasi di “Zona disagio” 4 citazioni
“L'introspezione non basta. Le conferme degli altri non bastano. L'accettazione all'interno di una relazione continuativa che non offre rassicurazioni (che comunque sono solitamente false) e in tal modo conduce la persona sofferente alla consapevolezza del suo bisogno di stimare e accettare se stessa: questa è la base del cambiamento.”
“Ero racchiuso dentro bozzoli, a loro volta racchiusi dentro altri bozzoli. Ero il figlio arrivato tardi.”
“Il figlio tardivo e felice di un tempo non desiderava altro, ormai, che allontanarsi da loro. Mia madre che sembrava orribilmente conformista e inguaribilmente ossessionata dal denaro e dalle apparenze; mio padre mi sembrava allergico a qualunque tipo di divertimento. I miei desideri e valori erano diversi dai loro. E tutti e tre eravamo...” (continua)(continua a leggere)
“Come la maggior parte dei bambini americani di dieci anni, avevo una relazione intensa e privata con Snoopy, il bracchetto della striscia. Era un animale non-animale solitario che viveva fra creature più grandi appartenenti a una specie diversa, e questa era all'incirca la medesima sensazione che io stesso provavo in casa mia.”
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