Insulti celebri
Insulti e offese celebri
Descrizione Tema
Denigrare, ingiuriare, insultare, irridere, offendere, oltraggiare, schernire, vituperare, vilipendere, in arte parlar male di qualcuno o verso qualcuno, è lo sport più antico del mondo. Ci si insulta per dar sfogo alla propria rabbia, per ridurre l'altro in poltiglia, per renderlo inoffensivo o, a volte, per ribadire i ruoli e le posizioni reciproche. Le offese e gli insulti rimangono come ferite aperte, e spesso gridano vendetta. A volte rimangono persino nella storia, ed alcuni assurgono a modi di dire irriverenti per canzonare, in maniera dotta e sottile, il prossimo, in un alterco che ha ben poco di educato sebbene sia mascherato da paroloni.
“Il fratello melenso di Totò.”
“Se fossi coraggiosa l'avrei ucciso quando l'ho intervistato.”
“Quello spaccone di Hemingway, che pure aveva un indubbio fiuto per le patacche, improvvisò le sue memorie della Grande Guerra a tavolino. Lewis Carroll, adorato dai genitori di bambini, non era precisamente il tipo cui avreste volentieri affidato la vostra figlia decenne. Il compagno Picasso, durante l'occupazione di Parigi, leccò per benino il...” (continua)(continua a leggere)
“Quando Rossini morirà, chi rimarrà per promuovere le sue opere?”
“Chi è Dulbecco? Personalmente non lo conosco. Di lui so soltanto che è un Nobel. Ma ignoro se sia veramente un genio, perché non tutti i Nobel sono geni, e non tutti i geni sono Nobel. Da come l'ho visto e sentito parlare in televisione sono portato a credere che, in Dulbecco, Nobel e genio coincidano perché, quando è trascinato a parlare di...” (continua)(continua a leggere)
“Sono stato in Egitto in luglio. Lo sa che quando ho visto la firma di Rimbaud nel tempio di Tebe, mi sono commosso? Ero tanto commosso che ho dovuto raccontarlo subito al primo che mi è capitato. L'ho raccontato a un turista americano. «Rimbaud» gli dicevo «la firma di Rimbaud» e quello mi ha fatto: «Oh, Rambo! Marviloso!». E ha cominciato a...” (continua)(continua a leggere)
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