Insulti celebri
Insulti e offese celebri
Descrizione Tema
Denigrare, ingiuriare, insultare, irridere, offendere, oltraggiare, schernire, vituperare, vilipendere, in arte parlar male di qualcuno o verso qualcuno, è lo sport più antico del mondo. Ci si insulta per dar sfogo alla propria rabbia, per ridurre l'altro in poltiglia, per renderlo inoffensivo o, a volte, per ribadire i ruoli e le posizioni reciproche. Le offese e gli insulti rimangono come ferite aperte, e spesso gridano vendetta. A volte rimangono persino nella storia, ed alcuni assurgono a modi di dire irriverenti per canzonare, in maniera dotta e sottile, il prossimo, in un alterco che ha ben poco di educato sebbene sia mascherato da paroloni.
“No, non ho mai sentito niente di Stockhausen. Ma credo di esserci inciampato.”
“Sono pienamente favorevole alla visita della signora Thatcher alle Falkland.
Ho, tuttavia, qualche perplessità sul suo ritorno.”“Un divulgatore da villaggio. Se siete un villaggio va bene, se non lo siete, no.”
“Una volta mi ha anche chiesto di uscire. Ero in stanza con lui.”
“Esempio principe la carriera dell'arcitaliana Maria Grazia Cucinotta, una donna che rispecchia benissimo lo spirito dei tempi: non sa fare nulla, ma lo fa. Pur dotata dalla natura sicula di enfasi corporea sormontata da una bellissima faccia da melanzana addormentata, di lei ricordiamo sempre e solo una particina nel sopravvalutato film di...” (continua)(continua a leggere)
“Non lavorerò mai con Tony Curtis. Sarebbe come avere come partner un'ameba passionale.”
“Una testa di manzo numero 2.”
“Mi piacerebbe vedere, quando si trapianteranno i cervelli, chi lo chiederà per primo. Una cosa è certa: Gianni Minà non lo farà mai, il suo è ancora in garanzia, come nuovo.”
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